Fa causa ad Ambiente servizi Il giudice nega il risarcimento

SAN VITO AL TAGLIAMENTO
Dopo aver contratto una malattia ha intentato una causa di lavoro ad Ambiente servizi spa chiedendo un risarcimento . Il giudice ha dato invece ragione alla spa, assistita dall’avvocato Romeo Bianchin.
Un operatore ecologico di Ambiente servizi spa, adibito alla raccolta dei rifiuti porta a porta nei comuni di Azzano Decimo, San Vito al Tagliamento e Pasiano ha fatto ricorso al giudice del lavoro Angelo Riccio Cobucci chiedendo all’azienda un risarcimento di 30.755,82 euro per lesione alla salute. Il dipendente, difeso dall’avvocato Emanuele Carniello, ha lamentato di aver sviluppato una malattia professionale riconosciuta dall’Inail per effetto del sollevamento quotidiano dei bidoni dei rifiuti. Ha specificato di aver lavorato per 6-7 ore al giorno per 6 giorni la settimana.
Ambiente servizi spa si è rivolta allo studio legale dell’avvocato Bianchin. Nella sentenza, depositata a metà dicembre, il giudice ha premesso che spetta al dipendente l’onere di provare il danno alla salute subito, l’eventuale nocività dell’ambiente lavorativo e il nesso causale fra ambiente e danno. Il datore di lavoro, invece, deve dimostrare di aver adottato tutte le cautele necessarie per impedire che il danno si verificasse.
Riccio Cobucci ha evidenziato che «il riconoscimento dell’Inail riguarda unicamente l’origine professionale» (l’ente ha erogato una somma al lavoratore per danno biologico) «ma non ha nulla a che vedere con il nesso di causalità» fra la malattia e i presunti inadempimenti da parte del datore di lavoro. Nessuna inadempienza è stata rilevata dal consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice, che ha effettuato sopralluoghi, acquisito documenti e ha ricostruito puntualmente le mansioni svolte dal dipendente.
Il giudice ha sottolineato in sentenza come il documento di valutazione dei rischi per la movimentazione dei carichi manuali fosse tecnicamente adeguato e dettagliato e come il lavoratore abbia partecipato a sei corsi di formazione specifici fra il 2005 e il 2015 in materia di ergonomia e prevenzione proprio sul sollevamento dei materiali.
Riccio Cobucci ha pertanto concluso come «non sia risultata conferma del nesso causale con grado di probabilità sufficiente e adeguato a soddisfare il criterio statistico-epidemiologico». La richiesta di risarcimento del lavoratore è stata respinta.
Il presidente della spa Isaia Gasparotto ha sottolineato l’importante lavoro svolto dal servizio prevenzione e protezione aziendale in tema di salute e sicurezza dei lavoratori in questi anni e anche nella gestione dell’emergenza coronavirus.
Il presidente ha ricordato che sono stati investiti 20 milioni di euro per la riconversione della flotta con mezzi innovativi e più sicuri a biometano e altri 200 mila euro per la prevenzione anti-Covid, garantendo sino ad oggi zero contagi sul posto di lavoro. «Tali scelte, da un monitoraggio su 31 aziende italiane nel settore ambientale (...) – ha precisato Ambiente servizi in una nota – confermano che le soluzioni adottate dalla nostra azienda risultano tra le migliori esistenti a livello nazionale». —
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