Ex sindaci denunciano «la valle degli orrori»

Barazzutti e Tomat criticano alcune opere nell’area del lago «E le code lungo l’autostrada A23 non ci fanno onore»

amaro

Un nuovo appello parte dagli ex sindaci di Cavazzo Carnico, Franceschino Barazzutti, e Trasaghis, Loredano Tomat, perché la Val del Lago è diventata «la Valle degli errori. O meglio, degli orrori». I due amministratori prendono spunto dalla continua formazione della lunga fila di auto costretti a rimanere fermi o procedere a passo d’uomo tra il casello di Gemona e quello di Amaro lungo l’autostrada A23 (Palmanova-Tarvisio), per alcuni lavori di manutenzione e consolidamento delle gallerie. «Una situazione – dicono Barazzutti e Tomat – che non fa onore al nostro Paese stante l’importanza di questa arteria e l’utenza principalmente internazionale. Una situazione che crea notevole disagio anche ai friulani, che per evitare il rischio di rimanere imbottigliati ormai utilizzano la viabilità ordinaria, anche se questa presenta all’inizio della sr Carnica 52 un tratto-gimkana a causa dell’incomprensibile protrarsi della chiusura del “nuovo” ponte cementizio sul fiume Fella al quale fa da supplente quello vecchio in pietra».

Barazzutti e Tomat ripercorrono i passaggi che portarono alla costruzione dell’autostrada. «Nei primi Anni Settanta l’allora presidente della Regione, Alfredo Berzanti, convocasse nel municipio di Trasaghis i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza di Trasaghis e Cavazzo Carnico e annunciasse in modo perentorio che l’autostrada sarebbe passata attraverso la Val del Lago, aggiungendo – raccontano i due amministratori –, davanti alla sorpresa e alle proteste degli amministratori locali, che anche lui, cioè la Regione, non poteva farci niente. E così si abbandonava il tracciato diretto, attraverso la valle del Tagliamento, per un altro ad arco ben più lungo e problematico. Di tale irrazionale decisione non venne data alcuna spiegazione per cui diversi furono i “si dice”, tra cui la volontà di Tolmezzo di avere l’autostrada e il casello il più vicini possibile, i vincoli posti dalle alte autorità militari e persino la volontà di spendere comunque tutti i soldi già stanziati. Chi conosce il vero motivo parli».

Barazzutti e Tomat aggiungono: «Con l’autostrada si completava lo scempio della Val del Lago iniziato dalla Società adriatica di elettricità (Sade) negli anni Cinquanta con la valle attraversata e snaturata dagli alti tralicci degli elettrodotti che portavano altrove la corrente rendendo ben visibile la completa sottomissione della valle all’idroelettrico. Successivamente la Società Italiana dell’oleodotto transalpino (Siot) stendeva la sua condotta lungo la valle con un tratto adiacente alla riva ovest, un altro sul fondale del lago e la stazione di pompaggio con relativo grande serbatoio cilindrico sulla riva nord. Visto che è in arrivo anche l’elettrodotto Wurmlach-Somplago, manca solo che – dato l’attuale revival – ci aggiungano anche una centrale nucleare. Gli interventi realizzati nei tempi moderni dall’homo sapiens in quella che era una valle bellissima sono stati improntati non alla sapienza, alla saggezza, ma a ben altri meno nobili criteri, che hanno fatto della Val del Lago la Valle degli errori. O meglio, degli orrori. Nel frattempo la fila degli autoveicoli continua a fermarsi o a procedere a passo d’uomo». —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto