Esce di strada con la moto, trovato dopo 20 ore

Militare di 35 anni individuato grazie al telefonino. Ricoverato in gravi condizioni a Udine
Era riverso al suolo ed era lì da tante, troppe ore. Ma vivo. Cristiano Ivano Pusceddu, 35 anni di Orsago, in provincia di Treviso, maresciallo in servizio all’Ariete a Pordenone, il biker disperso dalle 11 di sabato tra Barcis e Longarone, è stato trovato ieri mattina, verso le 6.20, all’altezza del chilometro 81 della statale 251, tra Cellino e il bivio con Claut-Cimolais. Un tratto di strada funestato da tanti incidenti, per lo più di motociclisti, e molti di questi mortali. La “solita” dinamica fa sì che in uscita da Cellino, probabilmente per una errata valutazione di curva e velocità, le moto sbandino verso destra precipitando nel letto del fiume. Questa volta la moto si è inerpicata a sinistra, all’interno di un boschetto. Il bikers è stato catapultato sulla destra, rimanendo nascosto dalla vegetazione, la moto ha percorso in velocità alcuni metri e si è schiantata contro un albero. Anche il mezzo era invisibile dalla strada, tanto che la sera precedente, dopo che era scattato l’allarme che aveva mobilitato una cinquantina di persone tra vigili del fuoco, carabinieri, volontari della protezione civile di due province, Pordenone e Belluno, i soccorritori erano passati a pochi metri dal maresciallo incosciente, senza vederlo. E prima di loro, la compagnia di motociclisti alla quale Pusceddu si era aggregato, aveva percorso lo stesso tratto di strada senza notare nulla, anche perchè l’attenzione di tutti era rivolta al lato più pericoloso, e potenzialmente mortale, di quella strada: la scarpata. Ad individuare con ragionevole approssimazione dove il trentacinquenne poteva trovarsi, ci hanno pensato i carabinieri di Sacile, che avevano richiesto la tracciatura del telefonino cellulare. L’esito ha consentito di circoscrivere l’area tra il chilometro 71 e l’85 della statale 251. A quel punto sono stati i carabinieri di Cimolais a passare, palmo a palmo, quel tratto della 251. Finché, giunti al chilometro 81, hanno notato una strisciata di pneumatico sull’asfalto che ha fornito una traccia sulla direzione presa dalla moto. Dalla strada non si vedeva assolutamente nulla, non la fiammante Yamaha RI da 180 cavalli, non il motociclista, tanto da temere che in quel luogo si trovasse solo il cellulare. Invece, ad uno sguardo attento, è diventato evidente il segno lasciato dalla moto tra la vegetazione e, poco più avanti, il corpo di Pusceddu e, più in alto, la Yamaha. Erano le 6.20. Il militare era incosciente ma vivo, nonostante le tante ore trascorse dal momento dell’incidente, all’incirca le 11 di sabato, a quello del ritrovamento: 20 ore. Immediata l’allerta al 118 che ha prestato i primi soccorsi e quindi richiesto l’intervento dell’elisoccorso che ha trasportato Cristiano Pusceddu all’ospedale di Udine dove è stato ricoverato, in prognosi riservata, per politrauma. Cristiano Pusceddu era partito in moto con la comitiva da Barcis per raggiungere la Val di Zoldo sabato mattina. Verso le 11 i bikers si sono accorti che il militare non era più nel gruppo e si sono fermati ad attenderlo. Lo hanno chiamato al cellulare che suonava a vuoto; nel pomeriggio hanno telefonato a casa scoprendo che non era rientrato, come d’accordo con la moglie, entro le 14. A quel punto le forze dell’ordine sono state allertate e sono iniziate le ricerche nel Bellunese, fino a Longarone. In serata si sono estese alla Val Cellina in particolare i bikers, tornati sul posto, hanno indicato come zona probabile quella compresa tra Arcola e Cellino, ovvero il tratto di statale dopo il quale nessuno aveva più visto la Yamaha di Pusceddu.

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