Elisa presenta a Milano “Ivy” il suo nuovo disco autobiografico
Anteprima mondiale a Milano, per “Ivy”, il nuovo progetto di Elisa, in distribuzione da martedì. “Ivy” (che significa “edera”) contiene versioni acustiche di belle canzoni del repertorio della cantante, più alcune cover che lei ama particolarmente e tre inediti.

MILANO.
Ore 13 di ieri, la sala A dello studio di registrazione Officine Meccaniche di Mauro Pagani, in via Lodovico il Moro a Milano. Un microfono e un organo. Dalla sala regia esce Elisa. Seduta in prima fila, Caterina Caselli le sorride rassicurante, in seconda fila ci siamo noi. L’occasione è l’anteprima mondiale di
Ivy
il nuovo progetto firmato Sugar, in distribuzione da martedì prossimo.
Ivy
(che significa edera) contiene versioni acustiche di belle canzoni del repertorio della cantante bisiaca, più alcune cover che lei ama particolarmente e tre inediti. Questo per quanto riguarda il cd, ma nella confezione c’è anche un dvd,
Ivy the film
: un eccezionale documentario tra musica e natura, realizzato da Denni Karlsson (già regista di Bjork).
Lo showcase.
Elisa ha voluto riservare alla stampa il primo ascolto, dal vivo e unplugged, di alcuni brani del nuovo progetto, rispondendo coi con generosità alle domande. Ne è nato un piacevolissimo incontro, prezioso e intimo. Seduta all’organo, un medley di
Lullaby
(la ballata che apre il nuovo progetto),
Nostalgia
(il titolo non inganni: va pronunciato all’inglese, perché il testo è nella lingua di Albione) e
Forgiveness
. Timbrica perfetta, anche a freddo, una voce senza trucchi, che sale a raggiungere vette altissime e scende nel profondo del cuore. Un momento unico da incastonare, da respirare in punta di piedi, memorizzando il tutto e custodendolo nei cassetti dell’anima. «Sono fortunata a dire di poter vivere avvinta dalla mia passione – confida Elisa –, è un privilegio che non tutti possono dire di avere».
Il disco.
Con i suoi 17 brani,
Ivy
si presenta come l’album più lungo tra quelli finora pubblicati da Elisa, compreso il greatest hits
Soundtrack ’96-06
. Un progetto completo che racchiude l’italiano, l’inglese ed il francese, cover che spaziano da
1979
degli Smashing Pumpkins a
Ho messo via
di Ligabue da
I never came
dei Queens of the Stone Age a
Pour que l’amour me quitte
di Camille, e duetti sorprendenti con Fabri Fibra e Giorgia. Gli inediti –
Nostalgia, Sometimes ago
e
Fresh air
– sono scritti e composti da lei, nel primo caso con la collaborazione musicale di Andrea Rigonat. Poi dieci rivisitazioni di suoi grandi successi:
Lullaby, Ti vorrei sollevare, Una poesia anche per te, Qualcosa che non c’è, Rainbow, Gli ostacoli del cuore, Anche tu, Anche se (Non trovi le parole), It is what it is, Eppure sentire (un senso di te)
e
Forgiveness
.
Il dvd.
Racchiuso nella ricca e curata confezione, il dvd è un particolarissimo docu-film di 50 minuti, girato in Trentino, nel suggestivo scenario di Artesella in Valsugana, sotto la regia di Danni Karlsson. È la stessa Elisa a descrivere, tra parole e note, il senso del progetto. Il titolo conduce al significato più profondo del lavoro. Come l’edera,
Ivy
non ha fiori ma è sempreverde, ben radicata a terra, si spinge però verso l’alto ed abbraccia e fa proprio ciò che tocca, così
Ivy
è un concept-album quasi autobiografico dove ogni passaggio racconta un frammento di vita reale, schegge di ricordi che rimangono vivi nella memoria, richiamano al passato, ma lo rileggono con una nuova maturità e prospettiva. Nel film Elisa spiega cosa significhino per lei alcune canzoni, come l’inedita
Fresh air
, pubblicata solo ora ma in realtà scritta quando aveva vent’anni, durante il suo primo viaggio-soggiorno a Londra, quando sentiva la necessità di una boccata di aria pura.
Il senso del progetto.
«Ci sono cose che ti restano dentro senza che tu sappia spiegartene il motivo, cose che ti appartengono e a cui tu appartieni – spiega la Toffoli –. E queste sono le canzoni che mi sono rimaste dentro, in un posto dove sono arrivate nella loro essenza e nella loro semplicità. Questo è il posto speciale dove ho attinto e queste sono alcune delle canzoni che nell’arco di questo tempo si sono depositate qui. E la loro bellezza e la loro forza sono simili alle emozioni che trovo nella natura. La forza della semplicità, la forza dell’armonia, della dolcezza e della purezza. E questo per me è
Ivy
». Ogni dettaglio è voluto e curato e molta attenzione è concentrata sulla ricerca delle parole, del significato che veicolano e del suono che producono.
La dolcezza di una madre.
In alcuni casi l’utilizzo dell’inglese contribuisce a conferire dolcezza e leggerezza a espressioni che si incontrano con sentimenti forti e impegnativi: è il caso di
Ivy
, più vicino ad un suono che ad una parola, è il caso di
Lullaby
, una ninnananna possente, è il caso di
Nostalgia
, non un rimpianto bensì un senso di vita e speranza. «Essere mamma è un grande regalo – ci confida Elisa non senza commozione –, una grande possibilità di crescita. Ti dà modo di imparare ad amare a livello incredibile.. è una cosa mistica». A Emma Cecile in precedenza Elisa non aveva dedicato solo una canzone, ma l’intero album
Heart
. «Pur essendo vero – si affretta a chiarire – che la canzone
Anche se non trovi le parole
mi è stata ispirata dallo stato d’animo che la maternità mi aveva dato».
Le collaborazioni.
Le chiediamo come mai, dopo tante collaborazioni vicine alla sua cifra stilistica, nel nuovo progetto compaia un duetto con Fabri Fibra. «L’ho cercato io – ci risponde –, perché originariamente c’era nel brano un piccolo loop di percussioni, organiche e quindi lontane da mondo digitale, che però mi ricordava un po’ il mondo dell’hip-hop. Su
Anche se non trovi le parole
sentivo la presenza della sua voce e gli ho chiesto di provare a scrivere qualcosa di suo. Sono felicissima della sua ispirazione e del risultato che ne è uscito». Per quanto riguarda Giorgia, che duetta nella cover di Camille, alla domanda se restituirà il favore nel prossimo album della cantante romana, la Toffoli risponde misteriosa: «Non posso dire nulla... qualcosa le ho mandato. Chissà!». Sul nuovo duetto con Sangiorgi confida: «La demo era pronta già ai tempi di
Ti vorrei sollevare
. L’avevamo fatta a Monfalcone».
Sia nel cd sia nel dvd, infine, c’è la presenza del Piccolo Coro Artemìa di Torviscosa, diretto da Denis Monte, che aveva collaborato anche a
Lotus
.
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