Elettrodotto, Terna contrattacca: «Senza la nuova rete è rischio blackout»

UDINE. Nuova controffensiva di Terna contro la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha bloccato per un vizio di forma l’elettrodotto aereo Udine Ovest–Redipuglia, in avanzata fase realizzativa. L’operatore di reti per la trasmissione dell’energia elettrica contrattacca snocciolando altri dati sulla situazione di rischio elettrico cui il Fvg si ritrova adesso esposto dopo la sentenza del Consiglio di Stato.
Non solo, ma Terna annuncia che valuterà ogni possibile azione legale per tutelare il pubblico interesse alla realizzazione di una linea affidabile che consente la dismissione di 110 chilometri di vecchie linee elettriche, oggi raggiunte dai centri abitati di 30 Comuni della Bassa friulana.
Insomma, per Terna senza l’elettrodotto il Fvg continuerà, oggettivamente, a versare in una situazione di rischio elettrico, che espone cittadini e imprese al pericolo di disservizi e di blackout. La rete elettrica friulana - spiega Terna - si compone di sole 2 linee a 380 kV: la Redipuglia-Planais-Salgareda, entrata in esercizio nel 1972, e la Planais-Udine Ovest-Cordignano, entrata in esercizio nel 1983.
Nel 1983 i consumi elettrici erano pari a circa 4 miliardi di kilowatt/ora. Da allora, i consumi elettrici del Fvg sono cresciuti di circa il 250 per cento, giungendo oggi al livello di 10 miliardi di kilowatt/ora, ma la rete elettrica ad altissima tensione non è stata ammodernata e non è in grado di rispondere efficacemente al fabbisogno elettrico attuale.
Non a caso - rimarca ancora Terna - la necessità di realizzare l’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia è stata rilevata più di un decennio fa, con il Piano di sviluppo della rete del 2003: già allora era evidente il rischio elettrico cui sarebbero stati sottoposti negli anni a venire gli abitanti di una regione caratterizzata da consumi elettrici molto cresciuti rispetto al 1983, con una rete di trasmissione obsoleta.

La realizzazione dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, quindi, risulta urgente e indispensabile al fine di assicurare sicurezza e stabilità per l’attività delle imprese e le necessità delle famiglie friulane.
Ma Terna fa anche notare che dal punto di vista ambientale, fermando la realizzazione di questa infrastruttura, si impedisce la liberazione del territorio friulano da oltre 110 chilometri di vecchie linee.
«Il nuovo elettrodotto, infatti - si legge in un comunicato - è stato concepito per produrre una straordinaria bonifica del paesaggio, con la dismissione di 400 tralicci e l’interramento di 13 chilometri di altre linee obsolete, che consentirebbero di liberare 680 edifici dalla prossimità alle vecchie linee, restituendo all’uso ben 367 ettari di terreno oggi asserviti».
E a difesa della realizzazione dell’elettrodotto scende in campo anche il consigliere regionale del Pd, Vittorino Boem. Secondo cui «più che la disputa sull’elettrodotto, che troverà pochi contenti e molti scontenti, dobbiamo renderci conto che non è possibile lavorare in un sistema che non dà certezze nell’operare e nelle tempistiche».
Una riflessione – continua - sulla fragilità del Paese è quindi d’obbligo, pur nel rispetto del lavoro della magistratura. «Non va dimenticato - conclude - il lungo percorso, sebbene travagliato, di condivisione tra tutti i soggetti coinvolti e proprio per questo, non è possibile mettere in discussione ogni due giorni quanto già condiviso. Abbiamo bisogno di certezze, così tutto il Paese perde di competitività, solidità e concretezza».
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