Electrolux Porcia salvata dalle lavatrici ad alto costo

UDINE. Bilancio soddisfacente per Electrolux in Italia, quanto meno a Porcia. In attesa del report della multinazionale che ufficializzerà i risultati raggiunti, dal gruppo giungono notizie rassicuranti sull’andamento degli stabilimenti e sul procedere del piano industriale, pienamente operativo da fine novembre, ovvero da quando è divenuto possibile accedere ai benefici della decontribuzione sui contratti di solidarietà difensivi varata dal governo. Contestualmente sono partiti anche gli investimenti annunciati dal Gruppo e legati al piano di ristrutturazione.
In questo particolare momento si incrociano la soddisfazione dell’azienda, quella dei sindacati, che hanno difeso stabilimenti e occupazione, e delle istituzioni, dalla Regione al Governo, che hanno favorito la positiva conclusione di una difficile vertenza.
Un incrocio agevolato dall’accoglienza positiva del mercato dei nuovi prodotti Electrolux made in Italy, in particolare la lavasciuga a pompa di calore, l’ultima nata nello stabilimento di Porcia, che nonostante il prezzo al pubblico (attorno ai 1.500 euro) ha registrato una domanda in crescita, più delle previsioni, della stessa azienda.
Anche il mercato Usa ha accolto bene la nuova linea di lavatrici ad alta capacità, ma a più ridotti consumi, che sono un altro dei prodotti di punta della fabbrica pordenonese, così come sono risultati vicini alle attese i dati riferiti alle lavatrici a incasso per il mercato del Nord Europa.
Di nicchia, ma molto apprezzata, la linea Grand cucine, ovvero le apparecchiature per il segmento professionale “ridotte” (ma solo nelle dimensioni) per il mercato domestico. Dalla lavastoviglie al forno a vapore, dall’abbattitore al macchinario per il sottovuoto, dalla piastra che consente la cottura di cibi diversi senza commistione di sapori fino ad arrivare ai piani ad induzione.
Una “batteria” di elettrodomestici, se tale può essere definita, che si presta all’arredamento di cucine d’élite. Naturalmente a partire dal costo, visto che l’insieme vale una cifra oscillante tra i 60 e i 70 mila euro.
Venendo alla fabbrica di Porcia, sono proseguite le uscite incentivate grazie al piano sociale varato dal gruppo che puntano a ridurre progressivamente l’organico. Il saldo rimane comunque distante dagli obiettivi della riorganizzazione che è coperto dai contratti di solidarietà ancora per due anni.
Solidarietà che, come si ricorderà, viene utilizzata occasionalmente per chiusure collettive, e più strutturalmente per la riduzione d’orario, da 8 a 6 ore, ad eccezione dei periodi di alta stagionalità nei quali gli stabilimenti coinvolti tornano a regime sulle 8 ore.
L’accordo Electrolux, citato come best pratice nella risoluzione di crisi aziendali dal premier Renzi e dalla presidente della Regione Serracchiani, ha consentito - come ripetono spesso i sindacati - di guadagnare tempo nell’attesa che il sistema Paese nel suo complesso sia in grado di guadagnare posizioni in tema di competitività. La sfida più importante rimane, dunque, ancora aperta in vista della scadenza del piano in agenda per il 2017.
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