È morto Fabio Gigante, fondatore e dirigente della bocciofila: era Cavaliere della Repubblica e Stella argento Coni

CODROIPO. Il mondo friulano delle bocce piange Fabio Gigante, codroipese, scomparso a 84 anni per il Covid-19 che si è insinuato in patologie pregresse vincendo sul suo attivismo e sul suo amore per la vita.
Era stato titolare del bar “Alla fontana” di via Latisana, fondatore e dirigente della Bocciofila codroipese, commissario tecnico per questo sport a livello nazionale, Stella d’argento del Coni.
Erano stati i genitori Francesco (“Checco”) e Rosalina ad acquistare nel 1952 l’esercizio con annessi due campi di gioco scoperti. Fabio, dopo aver lavorato al deposito di bibite dell’ex filanda, collaborò alla gestione del bar con i genitori e nel 1956 assieme ad altri appassionati fondò la Bocciofila; nel 1968 il bocciodromo coperto, a tre corsie, intitolato a Mattia Savonitti, primo presidente del sodalizio e mancato in quell’anno. Nel 1966 si era aggiunta la moglie Graziella Stanco, figlia del sarto Carmine che ha vestito mezza Codroipo, originario della provincia di Avellino come il fratello Michele, anche lui negoziante di vestiti in città. Graziella lasciò quindi la sartoria per il bancone, al fianco di Fabio, con cui ha condiviso 55 anni di nozze e il lavoro “Alla fontana” fino a dieci anni fa (la gestione è in mano alla parentela, con la cugina Giuliana e la figlia Elisa).
Fabio è stato segretario della Bocciofila fino al 1981 (nello stesso anno è nominato Cavaliere della Repubblica per meriti di lavoro), ma il suo orizzonte dirigenziale si amplia a presidente del Comitato regionale delle bocce e dal 1960 al 1980 con incarichi nella commissione tecnica della Federazione nazionale del gioco delle bocce, per cui è arbitro federale in tutta Italia.
A Codroipo si ricordano i campionati italiani che Gigante portò in città, con le qualificazioni in tutto il Friuli e le finali nei bocciodromi “Alla fontana” e “Alla terrazza”, sempre di Codroipo, premiazioni a villa Manin.
«Mio padre ha dedicato una vita alla promozione della disciplina sportiva – ricorda, accorato, il figlio Daniele, attuale presidente della Bocciofila codroipese –, fautore di interventi per il settore giovanile friulano. Per i fitti contatti intessuti dove l’attività rappresentativa lo portava aveva stretto amicizia con tantissime persone, atleti e dirigenti. A casa nostra non passava giorno che non avessimo ospiti: lui era di una grande disponibilità e accoglienza. Di carattere aperto, ma determinato, la schiettezza era il suo biglietto da visita».
«Faceva parte del Ducato dei vini – aggiunge Daniele – ed era appassionato sommelier: per lui la compagnia era linfa vitale».
La grinta e la gioia di vivere di Fabio sono state ora dunque sconfitte dal virus, non senza che cercasse di combattere, nei sei giorni all’ospedale di San Daniele. «Per l’ambulanza – racconta commosso il figlio – era vestito elegante come per un incontro dei suoi e non ha voluto la carrozzina».
Fabio lascia nel dolore a Codroipo pure la sorella Valeria, le cognate Giusy e Minina, altri parenti.
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