È morta Dagmar Cordaro: ha fondato la Friuli Coram

Si è sentita male nel cuore della notte, mentre si trovava a Grado per trascorrere qualche giorno assieme alla sua famiglia. È stata trasportata d’urgenza all’ospedale di Monfalcone, dove, ieri mattina, è mancata. Dagmar Maria Cordaro, 74 anni, presidente del consiglio di amministrazione e direttrice sanitaria dell’Istituto diagnostico Coram di via Ciconi, a Udine, uno dei principali gruppi della sanità privata in Regione, con sei aziende operanti in diversi rami del comparto sanitario, era figlia dell’illustre clinico Mario Cordaro, scomparso il 21 marzo 1994.
La madre, Anna Ruppovà, di origini praghesi, è mancata qualche anno fa. Fu Mario Cordaro, nel 1973, ad aprire, assieme alla figlia e al genero, Antonio Rampino, la Friuli Coram. Dagmar, detta Marenka, come sintesi tra il nome ceco e quello italiano, studiò al liceo Diacono di Cividale per poi laurearsi, nel 1969, a Bologna, in medicina e chirurgia. Successivamente, si specializzò in cardiologia e igiene all’Università di Torino. L’anno successivo, sposò Antonio Rampino.
Dopo alcuni anni di lavoro nell’ambulatorio d’analisi dell’ospedale civile di Udine, Dagmar affiancò il padre, che, fin dal 1960, aveva l’ambulatorio in città, sempre in via Ciconi, vicino alla clinica Nicoletti. Nel 1973 nacque il primo nucleo dell’istituto diagnostico Friuli Coram, che Mario Cordaro decise, nell’intestazione (Co e Ram), d’intitolare alla figlia e al genero.
«La visione lungimirante, la capacità analitica e la sensibilità – il ricordo dei figli Emanuele, 48 anni, medico specialista in chirurgia plastica, Alessia, 43 anni, biologa, e Gianluca, 37, radiologo – hanno sempre contraddistinto il suo operato e la sua persona. Tenace, instancabile, esigente e generosa, è stata una mamma presente, nonostante gli impegni di lavoro, ai quali non si è mai sottratta per un grande senso di responsabilità.
È stata anche una nonna molto affettuosa per i suoi sette nipoti. Ci lascia una grande eredità in termini di valori umani. Molti i collaboratori che hanno avuto la fortuna di conoscerla e a cui non ha mai negato un sostegno nelle difficoltà. La sua visione di come intendeva il lavoro in ambito sanitario è lo slogan che ha caratterizzato il suo modo di lavorare.
Per lei la missione era fornire al paziente la sanità che noi stessi vorremmo trovare». Dagmar, che avrebbe compiuto 75 anni martedì, aveva una grande passione per il mare. «Grado era il suo rifugio – le parole dei figli –. Ritrovava le forze e le energie per guidare il gruppo. Sabato, purtroppo, dopo del tempo trascorso con la famiglia, una condizione imprevista l’ha strappata all’affetto dei suoi cari». Nei prossimi giorni, una volta espletate le formalità, sarà comunicata la data delle esequie, che si terranno nel Duomo di Udine.
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