E i friulani pagano 6,7 milioni l’anno alle varie compagnie
UDINE. Il numero dei passeggeri che transita per Ronchi dei Legionari è in picchiata (meno 16 per cento nei primi 9 mesi del 2014), ma in compenso i soldi pubblici che il sistema investe per dare ossigeno all’aeroporto lievitano come il pane. Un esempio? Il denaro che viene pagato alle compagnie aeree per assicurare il servizio nell’estremo lembo del Nordest. Dai 4,7 milioni di euro del 2014, si passerà a 6,7 milioni nel 2015.
Un balzo considerevole, dovuto principalmente all’ingresso di un nuovo vettore (la compagnia spagnola Vueling) che per il “disturbo” incasserà da sola, tra contributi di Regione e Società Aeroporto Fvg la bellezza di oltre 2,1 milioni. Altri 3 milioni vanno per i servizi di Ryanair, mentre Alitalia, nel 2015, si accontenterà di 1,35 milioni, con uno sconticino di 150 mila euro rispetto all’anno in corso. Per Lufthansa 190 mila euro (stanziamento quasi invariato), così come per i charter russi in estate, appena 24 mila euro.
Nella nota sul traffico passeggeri e sulle prospettive per 2014 e 2015 che risale a giugno, si punta molto sulla nuova compagnia Vueling per rianimare il movimento dei passeggeri. «La ripresa del traffico - si legge nel documento - dopo il calo previsto per il 2014, potrà essere raggiunta proseguendo le collaborazioni in essere con i vettori e iniziandone di nuove con compagnie ancora non presenti a Ronchi. L’investimento di Aeroporto Fvg per spese di sviluppo traffico nel 2014 si assesterà a circa 1,8 milioni di euro.
La Regione investirà a sua volta, direttamente o tramite TurismoFVG, un importo pari a 2,8 milioni di euro. Le trattative con il nuovo vettore low cost riguardano l’opportunità di attivare, a partire dal 2015, voli da Roma e da altre destinazioni italiane ed europee, in un’ottica di progressiva crescita sul mercato italiano. Si tratterebbe di un’ottima opportunità di sviluppo, che da un lato introdurrebbe un competitor sulla rotta per Roma e dall’altro potrebbe vedere attivati collegamenti low cost da alcune delle principali città non servite da voli diretti.
Questo favorirebbe anche il recupero di una quota di mercato del nostro aeroporto, attualmente condizionato dalla competizione degli scali veneti che, negli anni, hanno significativamente eroso soprattutto la clientela della provincia di Udine».
E proprio la mancata alleanza con il sistema degli aeroporti Save (Venezia, Treviso e Verona, ndr) è una spina nel fianco, una questione annosa e irrisolta. «Abbiamo dato la nostra disponibilità, come sempre, per far entrare il Friuli Venezia Giulia nel sistema del Nordest - spiegava in primavera Enrico Marchi, presidente di Save - . Ci siamo visti con la presidente della Regione Serracchiani, abbiamo parlato. Lei si è detta interessata all’obiettivo finale, mi sembra ci sia consonanza di intenti.
Ci hanno fatto presente che prima vorrebbero chiudere la partita del nodo intermodale, del collegamento con la ferrovia. La realizzazione di quest’opera, seppur importante, a mio avviso non preclude un’alleanza strategica, ma non decido le priorità. Per sposarsi, o fidanzarsi, del resto bisogna essere in due».
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