E c’è chi ha nascosto l’amante nel bagagliaio

Questo è solo uno dei casi seguiti da un investigatore costretto a chiudere l’attività per la crisi
Di Margherita Terasso

La crisi economica degli ultimi anni, ci ha allenato ai sacrifici. Vacanze brevi, cene al ristorante sempre più rare, shopping moderato… ma c’è qualche fenomeno che sfugge alle statistiche. E si tratta di qualcosa di molto delicato. Oggi scoprire un tradimento costa troppo. «La gente preferisce tenersi il marito fedifrago, che utilizzare i propri soldi per beccarlo in flagrante con l’amante di turno». Un ex carabiniere oggi in pensione, lavora per un’agenzia investigativa. Ma la sede di Udine, quella da dove è cominciata la sua nuova avventura nel lontano 2001, ha dovuto chiudere.

«Fino a quattro anni fa gli affari andavano molto bene, ci dividevamo tra Udine, Gorizia e Trieste e ci chiamavano per “verifiche” anche dalla Germania, dalla Slovenia e dalla Francia - spiega l’ex uomo dell’Arma -. Lavoravamo con le assicurazioni per incidenti stradali e per infortuni sul lavoro, poi ci siamo dedicati alle investigazioni private». Udine contava, negli “anni d’oro”, una decina di agenzie all’attivo. «Oggi saranno sei o sette: io e il mio socio siamo stati costretti a dedicarci unicamente alla sede triestina».

Se pensi all’investigatore, la mente corre subito a Sherlock Holmes o a Nero Wolfe. Una figura che dovrebbe unire intuito e spirito di osservazione. «Dopo 30 anni con la divisa, ho imparato a seguire e a muovermi con discrezione - racconta-. Prendo tutte le precauzioni del caso». L’immagine dell’investigatore con l’occhiale scuro e i baffi finti è pura fantasia. «Bisogna farsi notare il meno possibile, vesto in modo non appariscente e cambio macchina quando mi sposto, ad esempio».

Quali strumenti usa il professionista? «Le foto non servono, i video non si guardano più. Oggi chi ci cerca di scoprire il coniuge traditore - con l'unico fine di ottenere la separazione per colpa - vuole una documentazione accurata, chiamando noi investigatori come testimoni, e una buona relazione degli spostamenti» spiega. Il confine tra lecito e illecito, sul tema privacy, è sottile. «Gps, navigatori e cimici, si usano ancora» confessa.

Dipendenti “in malattia” - «un uomo ha lavorato quattro giorni in due anni: si fingeva malato, invece andava a fare la spesa» - , genitori preoccupati «mi mandavano a controllare il figlio, per verificare che non frequentasse cattive compagnie» e furti. «Ricordo il caso di un dipendente che aveva rubato per un mese intero: beccato, è stato licenziato». Ma anche finte gravidanze basti pensare che «una ragazza di Lubecca fingeva di essere incinta per avere soldi dal malcapitato di turno» sono solo alcuni dei casi che l’ex carabiniere ha dovuto affrontare.

«Una volta una moglie, accompagnata dalla figlia, ci ha contattato per seguire il marito - racconta -. Sentiva odore di tradimento, dopo che aveva trovato le lenzuola del letto matrimoniale non perfettamente piegate». Nulla di strano, di episodi così l'ex carabiniere ne ha visti tanti. «Dopo averlo seguito più volte, l'avevamo beccato con una donna in una piazzola.- continua - Ma non ci spiegavamo da dove sbucasse». Ecco l’assurdo. Ogni mattina l'uomo portava la moglie al lavoro, faceva qualche km per raggiungere “l’altra” e «la metteva nel bagagliaio, facendola uscire solamente una volta rientrati a casa. Passavano per il garage, in modo che nessuno li vedesse». Il finale è degno di una soap opera. «La moglie li ha aspettati sull'uscio di casa ed è successo il finimondo» conclude con un sorriso.

Il mestiere dell'investigatore, visto da questa prospettiva, può risultare divertente. Ma si corrono anche dei rischi. «Per fortuna non è mai andato storto nulla, ma si spesso le indagini saltano perché chi ci contatta si fa beccare nell’inseguimento “fai da te” o nega informazioni importanti - prosegue l’ex carabiniere -. Tutto si basa sulle notizie che ci vengono fornite, più sono precise, più la collaborazione procede correttamente, meno sono le spese».

Le spese, questo è il punto. «Applichiamo tariffe diverse, a ora o per l’intero lavoro; come è normale che sia, per coprire la benzina, la prenotazione di alberghi» conferma l’investigatore. I friulani, però, non possono più permettersele, certe spese. Meglio chiudere un occhio su tutto il resto.

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