Dragaggi, il pm dal Magistrato alle acque

Marano, sentito nell’ambito dell’inchiesta sulla laguna. Martedì a Roma nuova audizione all’Ispra
Di Luana De Francisco

MARANO LAGUNARE. Per l’Arpa del Veneto ricevere i fanghi dragati nella laguna di Marano e Grado avrebbe rappresentato un’incombenza e un motivo in più di preoccupazione: è quanto avrebbe riferito al pm di Udine, Viviana Del Tedesco, il Magistrato alle acque di Venezia, Ciriaco D’Alessio, nel corso dell’audizione tenuta, giovedì, nella sede dell’istituto affacciata sul ponte di Rialto.

Nuovamente in “missione” nel capoluogo veneto insieme alla Guardia di finanza di Udine, il sostituto procuratore che da quasi due anni lavora all’inchiesta sui finanziamenti pubblici (circa 100 milioni) erogati al Commissario delegato per la bonifica - mai realizzata - della laguna friulana ha cercato di chiarire cosa e come venga attualmente conferito nell’“Isola delle Tresse”. Ossia nella cassa di colmata alla quale, in base a un Piano del novembre 2011 a firma degli allora commissari friulano, Gianni Menchini, e veneziano, Roberto Casarin, avrebbero dovuto essere indirizzati i sedimenti del Sito inquinato d’interesse nazionale di Marano e Grado. Un accordo evidentemente mal digerito già allora, se è vero che dalle analisi effettuate in vista dell’avvio dei conferimenti era emersa la presenza nella laguna friulana di mercurio.

La tesi attorno alla quale ruota la ricostruzione della Procura - maturata anche alla luce delle informazioni raccolte sentendo nei giorni scorsi il governatore del Fvg, Renzo Tondo - è che si sia trattato di un’operazione inutile e dispendiosa. E questo per una ragione semplicissima: la laguna non era e non è inquinata, fuorchè per la porzione relativa al canale Banduzzi e alla foce dell’Aussa-Corno. A completare il quadro, l’altro giorno, è stata la conferma del fatto che anche a Venezia gli unici fanghi della laguna portati all’“Isola delle Tresse” sono quelli indicati nella tabella B, cioè nei quali sia dimostrata la presenza di idrocarburi.

Il cerchio, però, è tutt’altro che chiuso. Non a caso, martedì toccherà ad Antonella Ausili, responsabile scientifica dell’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra) già negli anni (2002-03) in cui l’allora Icram effettuò la caratterizzazione dell’area, essere sentita come persona informata sui fatti, nell’audizione in programma a Roma. Al centro del colloquio, questa volta, il pm porrà la questione relativa alla mancata validazione dei campioni che, già all’epoca, avevano limitato al solito Banduzzi e all’Aussa Corno le concentrazioni di mercurio. Ma che non aveva impedito alla Conferenza dei servizi di approvare il Piano di caratterizzazione. Nè all’allora Magistrato alle acque, Maria Giovanna Piva, di decidere, una volta effettuati anche i collaudi, la distruzione di quelle stesse carote conservate (era il 2005) alla Frigoriferi Marano.

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