Dossier sul centro disabili I vertici: fiore all’occhiello
Il direttore generale Delendi difende l’operato del personale in via Gervasutta Napolitano: ci sono situazioni conflittuali, ma solo poche famiglie si lamentano

Udine 23 maggio 2017 gervasutta Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Quattro persone hanno cominciato a mangiare da sole, altrettante hanno imparato a esprimere le loro preferenze, tre hanno ridotto gli episodi di crisi comportamentale. È con la forza dei risultati che i vertici dell’Azienda sanitaria universitaria integrata rispondono alle proteste mosse da alcuni familiari dei pazienti assistiti al Centro gravi e gravissimi. Critiche che riguardavano la mancanza di un coordinatore, il servizio mensa, la dotazione e la formazione del personale e la situazione delle aree esterne. «Non sono solito ribattere alle critiche sull’operato dell’azienda – è stato l’esordio del direttore generale Asuiud Mauro Delendi che ieri ha riunito i responsabili del servizio e ha convocato un conferenza stampa – ma sento la necessità di rendere il giusto merito ai collaboratori interni ed esterni di questo servizio».
«Lavorare al Csre implica dedizione e sensibilità non comuni – ha osservato Delendi – è un impegno che richiede una forte partecipazione da parte del personale, ed è sgradevole vedersi accusati di scarso impegno. Stiamo chiarendo nelle sedi opportune le critiche mosse dall’ispiratrice di queste proteste. Abbiamo preparato un dossier che documenta i risultati che consegneremo alla Direzione centrale della salute e alla Consulta regionale disabili. Ci riteniamo sereni per il servizio offerto, anche se che vi sono margini di miglioramento».
La presentazione dell’attività al Centro di via Gervasutta è partita da un dato di fatto: «Si tratta di un sistema multiprofessionale articolato su un sistema delle responsabilità rispondente a tutte le indicazioni contenute nelle linee guida per la gestione della comunità con annesso diurno». I referenti ci sono, ha fatto presente il direttore, a partire da Alessandra Cossar educatore referente del Csre, passando per il coordinatore sociosanitario dell’Azienda Gianfranco Napolitano, il funzionario psicoeducativo Simone Zorzi, e ve ne sono altri per ciascun settore di competenza.
«Da 20 anni l’azienda gestisce in delega i servizi sulla disabilità – ha commentato Napolitano – assistiamo 350 persone attraverso 22 centri diurni e 5 comunità. Il Centro gravi e gravissimi di Udine è stato il banco di prova per un servizio che ha coinvolto Comune e Provincia e impegna personale qualificato. Una qualità che rischia di essere messa in ombra da un aspetto di conflittualità interno che fa capo a una componente esigua di familiari manifestatasi in un polemico crescendo di toni all’interno del Comitato di coordinamento che ha cessato di esistere a dicembre. Abbiamo voluto verificare in un’assemblea plenaria le singole posizioni dei familiari: su 20 ben 17 hanno dimostrato di apprezzare il servizio».
Quanto all’assistenza, nel 2010 venne formalizzata la richiesta delle ore di fisioterapia che oggi sono quasi raddoppiate, quanto al turn over di personale, che nel 2016 è stato del 14%, il personale in sostituzione è stato selezionato fra operatori che avevano minimo 10 anni di servizio. La cooperativa Universis, come ha fatto sapere il presidente Andrea Della Rovere, ha fatto frequentare ai propri operatori 32 corsi per 442 ore complessive dal 2011 al 2016. E venerdì partirà un nuovo corso per tecnici Aba destinato a esperti dei comportamento. Quanto alla dotazione del personale, definita di gran lunga superiore agli standard, la struttura residenziale può contare su un rapporto ospiti-operatori socio-sanitari di 1 a 1.28, quello fra persone ed educatori è 1 a 0.21 per un totale di 2,98 operatori ogni due persone, che diventa 1.3 ogni 2 al Csre.
«Abbiamo metodi di misura che valutano gli esiti funzionali della nostra attività – ha concluso Zorzi – e questi ci dicono che i progressi dei pazienti sono tangibili. Non posso che incitare il personale e continuare così».
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