Dopo anni riapre un bar a Branco
Tavagnacco, il vecchio “Da Silvio” rinasce grazie a due giovani: si chiamerà “Just”, venerdì l’inaugurazione

TAVAGNACCO. Branco, frazione del Comune di Tavagnacco, ritrova uno dei bar che hanno fatto la storia del paese, in via Roma 1. E lo fa grazie all’entusiasmo di due giovani, Irene Parolin e il fidanzato Riccardo: saranno loro a gestire, da venerdì 15 settembre, quello che in passato era il principale luogo di incontro per i residenti. Dopo mesi senza un solido punto d’aggregazione dove darsi appuntamento per due chiacchiere e un buon bicchiere di vino, era la notizia che tutti aspettavano.
Lo spazio dove dalla prossima settimana metterà ufficialmente le radici il “Just bar” ha una lunga storia alle spalle. Una storia di oltre 80 anni. Ai tempi, accanto a quello che per tutti era il bar “da Silvio”, non c’era un parcheggio, ma un bocciodromo dove giovani e meno giovani passavano le ore tra partite e risate. La società bocciofila nata grazie al gruppo Ana di Branco era molto conosciuta. «C’erano due campi di bocce e un bel parco con tavoli e panchine di cemento – racconta un residente –. La gente di Udine raggiungeva l’osteria con il tram bianco per godersi le sfide, mangiare e bere». Il paese si raccoglieva e accoglieva chiunque volesse essere parte della comunità.
Negli anni Novanta il locale diventa “Vecchia Osteria” per poi trasformarsi, poco più tardi, in “Vecchia Birreria”. Perché era così amato? Accanto a una buona gestione, al suo interno si poteva trovare una delle novità più attese: le partite a pagamento su grande schermo.
Nel 2010 il bar cambia gestione e prende il nome di C-Voleva. La crisi economica, però, è nel pieno della sua forza, così in poco tempo si spegne anche quell’attività.
L’altra piccola realtà di paese, il bar “Al vecchio campanile”, resiste fino al febbraio di quest’anno. Si arriva a un punto impensabile: in tutta Branco non c’è più un luogo di ritrovo per scambiare due parole, per sorseggiare un caffè.
C’è bisogno di un’idea per ridare vita al paese, per ritrovare i valori e le tradizioni di una volta. Davanti alla paura di trovarsi in una frazione dormitorio, sono gli alpini i primi ad attivarsi. Il gruppo Ana non perde tempo e si inventa un appuntamento speciale dopo la messa della domenica: apre la baita e offre, a chi desidera passare un’ora in compagnia, il caffè o l’aperitivo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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