Dopo 8 anni di battaglie legali la casa cadente si può demolire

Con la sentenza del tribunale, il Comune fa abbattere l’edificio a proprie spese Il sindaco Martines: nuova azione giudiziaria per il risarcimento dei costi sostenuti



Proseguiranno per circa un mese i lavori di demolizione di un fabbricato disabitato, situato in via Corner, tra i civici 8 e 10, nelle vicinanze di borgo Udine.

Si tratta di un immobile privato fatiscente che il Comune ha deciso di abbattere, forte di una sentenza del tribunale di Udine. La vicenda si trascina da anni e ha visto il crearsi di diverse situazioni di pericolo, con alcuni crolli (i calcinacci sono perfino finiti nel giardino di un’abitazione adiacente), vane richieste alla proprietà di intervenire, opere di messa in sicurezza con fondi pubblici. Fino alla decisione dell’amministrazione locale di abbattere l’edificio pericolante a spese del Comune, anche per evitare situazioni pericolose per chi abita nelle vicinanze e per porre fine a possibili problemi di carattere igienico sanitario dato il proliferare di piante e animali nel cortile.

«È una vicenda che ci portiamo avanti dal 2012 – spiega il sindaco, Francesco Martines – e che finalmente trova una soluzione concreta. Abbiamo più volte utilizzato varie vie formali e informali per chiedere e imporre alla proprietaria del bene di intervenire. Nulla si è mosso: nessuna risposta e raccomandate non ritirate. È stata necessaria una sentenza di condanna da parte del Tribunale di Udine, datata 1 giugno 2018, per consentirci di intervenire d’imperio su una proprietà privata con certezza legale».

Le opere di demolizione, iniziate venerdì, avranno un costo di circa 48 mila euro e saranno eseguite da una ditta specializzata. Nel 2013 era crollata la parte superiore della struttura d’entrata alla proprietà, con calcinacci sul marciapiede e sulla strada. Il Comune aveva provveduto a mettere in sicurezza l’accesso, richiedendo tramite ingiunzione la restituzione dei soldi spesi per l’intervento. Nel 2014 un nuovo importante crollo di una porzione della facciata che dà sul cortile interno. «Sono datate sempre 2014 – spiega Martines – due nuove ordinanze che, non ottemperate, hanno portato alla sentenza di condanna emessa dal tribunale penale di Udine il primo giugno 2018». Il primo cittadino si dice incredulo che una simile vicenda, con potenziali rischi per i cittadini, possa aver avuto simili tempistiche e costi. «Trovo incredibile – afferma – che il Comune non abbia strumenti legali più immediati per intervenire prontamente, quando la proprietà non ha intenzione di collaborare e quando ci sono in gioco gli interessi e l’incolumità di terzi. La troppa burocrazia, l’eccesso di garantismo e, in questo caso, l’assenza di senso civico, ci hanno costretti a muoverci in questo modo». Martines annuncia che, a demolizione ultimata, proseguirà la battaglia legale per l’indennizzo dei costi sostenuti. «Nel caso il risarcimento non avvenga – conclude il sindaco – procederemo a porre un vincolo ipotecario sul bene». —



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