Disabile multata per l’auto, odissea con finale beffa

Udine, lascia la macchina nel posto riservato senza esporre bene il tesserino arancione. Il ricorso le viene respinto: «Non ha spiegato dove è caduto il contrassegno»
Udine 20 luglio 2013 Vania Sutto, disabile. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone
Udine 20 luglio 2013 Vania Sutto, disabile. © Foto Petrussi Foto Press / Ferraro Simone

UDINE. Lo scorso dicembre Vania Sutto esce dalla scuola secondaria di Feletto Umberto, dove insegna, e trova una contravvenzione dei vigili di Tavagnacco: le contestano di aver parcheggiato nel posto riservato ai disabili.

«E’ il posteggio dove metto l’auto regolarmente quando vado a lezione, anche perché è l’unico dedicato», spiega. E racconta: «Solo al termine dell’orario di lavoro mi sono accorta che il contrassegno di disabilità era caduto dal cruscotto, probabilmente per un colpo d’aria quando ho chiusa la portiera». Lo stesso giorno la signora Sutto si presenta all’ufficio della polizia municipale per spiegare l’accaduto. Lì le consigliano di aspettare l’arrivo del verbale via posta per poi fare ricorso.

Il ricorso respinto. Il 7 gennaio Vania si presenta di nuovo al Comune di Tavagnacco per farsi notificare l’atto dove dichiara di avere l’apposita concessione per un’invalidità, riconosciuta dall’Inps, del 55 per cento. Ad inizio luglio, sette mesi dopo, la risposta della Prefettura comunicata dalla polizia locale di Tavagnacco: ricorso rigettato con obbligo di pagare 180 euro entro 30 giorni sotto pena «di ingiunzione fiscale». Nella relazione prefettizia che motiva il provvedimento si rileva «che l’interessata non ha indicato in quale tappetino sia caduto il contrassegno».

E si legge anche: «E’ molto improbabile che il suddetto contrassegno, visto il peso del cartoncino, sia caduto per un colpo d’aria».

«Sono stata umiliata». Delle motivazioni «umilianti», secondo Vania Sutto. Che conclude: «Le persone come me vivono ogni giorno profondi disagi, sia psicologici che di movimento negli spazi pubblici. Non nego che il cartellino non si vedesse, avrei solo voluto trovare un po’ più di buon senso».
Davide Lessi

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