Dire Straits Legend anche senza Knopfler

Come ritrovare dei vecchi amici. Che non vedevi da tempo, ma con i quali c’è sempre un filo che ti unisce. Perché i Dire Straits, le loro canzoni e la loro musica sono legati a frammenti di vita di moltissimi di noi. Sicuramente dei tantissimi fan che hanno riempito il Rossetti di Trieste per godersi l’ultima tappa del tour dei Dire Straits Legend, ennesimo regalo dell’Azalea Promotion.
Certo c’è sempre qualche amico che si perde per strada, Mark Knopfler - icona e leader indiscusso della band - ha da tempo archiviato l’esperienza Dire Straits, ma l’assenza della sua mitica e inconfondibile chitarra non si è notata per la grande capacità e per il mestiere dei musicisti sul palco. Una super band, pilotata da John Illsley, il bassista co-fondatore del gruppo, che in due ore di coinvolgente spettacolo ha ripercorso l’intero repertorio, una cavalcata senza un attimo di sosta per riproporre i grandi successi contenuti nei sei album.
La sigla, omaggio a Ennio Morricone - un pizzico di tricolore come la presenza sul palco dei due italiani Marco Caviglia (voce e chitarra) e Primiano Di Biase (tastiere) - poi via. Tanti i brani, i piú famosi Romeo and Juliet, Sultans of swing, Expresso Love, Tunnel of Love, con la chitarra di Phil Palmer (pure lui con un passato negli “Straits” come il percussionista Danny Cummings) e la batteria di Steve Ferrone a tenere il ritmo e il sax di Mel Collins a ricamare note per impreziosire ogni pezzo.
Tanta energia che ha finito per coinvolgere il pubblico, letteralmente trascinato in occasione dei due bis (Brothers in Arms e Money For Nothing) in piedi sotto il palco a cantare e ballare, trasformando l’austero teatro triestino in uno stadio. Forza di una musica senza tempo, che conserva tutto il suo fascino e sembra quasi nata adesso. E domenica si replica. La band infatti ha annunciato che terrà, sempre a Trieste, un esclusivo show in occasione del gran finale del Giro d’Italia, in piazza Unità alle 20.
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