Diportisti in fuga da Punta Gabbiani Appello a Monti

La società compra uno spazio pubblicitario su un quotidiano. «Qui ci sono tanti stranieri, no alla stangata sulla nautica»

UDINE. L’altro ieri aveva scritto una mail. «Chissà se la legge», si era subito chiesto. Così ieri – per lanciare il suo messaggio – ha deciso di affidarsi alle pagine del “Corriere della sera” dove ha acquistato uno spazio a pagamento per il suo appello al presidente del Consiglio, Mario Monti. Un sos (costato ben 6 mila euro), quello lanciato da Roberto Da Re, titolare della Marina Resort Punta Gabbiani spa di Marano Lagunare per significare che la stangata decisa dal Governo sulla Nautica, nella nostra regione rischia di trasformarsi in un boomerang mortifero nei confronti di un settore che, fino ad ora, non ha mai boccheggiato.

Da Re, nel messaggio lanciato a Monti, spiega la peculiarità del settore in Fvg dove, come scrive, nella marina che lui presiede «nei posti barca da 20 e 25 metri la percentuale degli stranieri si attesta all’85%. Come abbiamo in più sedi sempre dimostrato e siamo in grado di fornire una documentazione dettagliata si legge ancora – gli armatori sono rispettivamente cittadini tedeschi e austriaci». Costretti adesso «a spostarsi nelle vicine Croazia e Slovenia se non sarà modificata la legge “Salva Italia” che potrà consentire agli stranieri la libera circolazione».

«Sì - aggiunge Da Re, 61 anni, da 40 nel settore della Nautica – spero davvero, come ho chiesto, che il presidente Monti mi riceva perché la speranza non è mai l’ultima a morire. Ho inteso far pervenire un messaggio al presidente del Consiglio in maniera più forte rispetto alla mail che avevo inviato il giorno prima». Per Da Re, la situazione del comparto «è davvero in pericolo. Mi aspetto o una risposta oppure di essere convocato. Credo che alla base del provvedimento ci sia una mancanza di informazione perché una realtà come la nostra non è simile al resto d’Italia visto che nella nautica abbiamo una presenza straniera molto, molto più marcata che nel resto del Paese».

Non solo, ma Da Re ricorda che nel caso il provvedimento non fosse ritirato, le ricadute sul piano dell’occupazione sarebbero devastanti. «Non siamo esperti di finanza – si legge ancora – ma certo così, con l’erroneo presupposto di far quadrare i conti, si distruggono molte centinaia di posti di lavoro procurando, invece, una diminuzione drastica delle entrate dello Stato. Certo il danno è già stato fatto, ma un tenpestivo intervento possa far sì che il settore nautico della nostra Regione possa continuare a esistere».

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