Dietro l'affaire Moro e i tanti intrighi italiani la miccia Mediterraneo

Il giudice Priore a Casarsa col giornalista Giovanni Fasanella «Rileggere la storia d’Italia dall’Unità per capire il presente».

CASARSA. Ospiti a Casarsa della rassegna 150 anni dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti tra Regno e Repubblica, il giudice Rosario Priore e il giornalista Giovanni Fasanella innescano un dibattito dai contenuti inquietanti, ieri al Teatro Pasolini, sul tema La fragile Italia: tra l’incudine e il martello. È fuor di dubbio che i due libri, Intrigo internazionale di Priore e Fasanella e Il golpe inglese di Fasanella e Mario José Cereghino, entrambi pubblicati da Chiarelettere, con la descrizione dettagliata di scenari internazionali nei quali si intrecciano atti di terrorismo, da Piazza Fontana al rapimento Moro, i fatti di Ustica, l’abbattimento del DC9, l’attentato a Giovanni Paolo II, svelano importanti responsabilità internazionali nella recente storia di casa nostra.

«Tra tutti i casi di cui mi sono occupato – ci dice pacato, ma deciso, il giudice Priore, noto per inchieste scottanti come Ustica, il fallito attentato al Papa, la strage di Fiumicino del ’73 –, il caso Moro è quello che mi ha colpito di più. Per la statura della personalità coinvolta, per la sofferenza dei contrasti che ho subito come inquirente, perché era un’inchiesta che andava contro le regole. Ciò che è emerso è che il fatto non era soltanto italiano, come si voleva che dicessimo. Ci trovammo subito all’interno di un panorama internazionale molto variegato, a Parigi sapevano che si stava preparando il sequestro di una alta figura del partito di maggioranza già dal febbraio, Moro fu rapito in marzo, e quindi già in altre capitali di altri Paesi si sapeva di questo affare. Affare che nel suo corso successivo non è sfuggito ai servizi segreti sia del campo orientale sia del campo occidentale, e dal quale tutti hanno cercato di trarne un vantaggio, in un certo senso, per le loro politiche. In primo luogo di quei Paesi che avevano interesse a debilitare il nostro, a farlo apparire più debole anche agli occhi degli alleati potenti e maggiori.

Un affare che si pone al centro di tutte le vicende che hanno segnato l’ultimo mezzo secolo scorso, e che si poneva al culmine di un altro grande contrasto, quello che nel libro chiamiamo la “guerra mediterranea” e che serviva ad assicurare ai paesi in conflitto un predominio sulle risorse energetiche, non può essere considerato come una questione del cortile di casa nostra. Sappiamo bene che le azioni delle Brigate Rosse e delle altre organizzazioni terroristiche fossero seguite, vigilate, monitorate, e sicuramente anche dirette».

«Del resto il Mediterraneo – aggiunge Fasanella – è sempre stato al centro di grandi interessi. Ho scritto ne Il golpe inglese del ruolo dell’Inghilterra nella nostra storia recente, del resto basta guardare una cartina geografica per capire quanto sia inevitabile l’interferenza inglese nel nostro mare: un’isola del Mare del Nord che ha i suoi interessi più concreti nei paesi del Nord Africa e del Mediterraneo, e noi siamo proprio nel mezzo di questo panorama, ovvio che non può essere estranea a quanto sta succedendo».

«Lo scenario che si sta prospettando nel Nord Africa – conclude Priore – è molto incerto, la commistione religiosa con la politica presenta molti lati difficilmente controllabili. Rileggere la nostra storia, a cominciare dal Risorgimento, alla luce di quanto è emerso dalle inchieste di questi ultimi anni, studiarla con onestà ci aiuterebbe a capire gli eventi dei quali oggi siamo spettatori».

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