Di nuovo in azione l’imbrattatore dei sentieri montani

CIMOLAIS. Torna in azione l’imbrattatore delle Dolomiti e su internet scoppia il putiferio. Da anni sull’arco alpino friulano e veneto vengono individuate scritte spray sulla roccia. Si tratta di un...

CIMOLAIS. Torna in azione l’imbrattatore delle Dolomiti e su internet scoppia il putiferio. Da anni sull’arco alpino friulano e veneto vengono individuate scritte spray sulla roccia. Si tratta di un fenomeno criticato dal Cai e dalle associazioni di categoria, che ogni volta si rimboccano le maniche e “sbocciardano” il sito, cioè rimuovono a colpi di martello la porzione di pietra sporcata dalla vernice rossa.

Stavolta, sono stati imbrattati alcuni “ometti” di S’ciol de Tàrsia, il vallone che porta alla cima delle Ciazze Alte, località in Comune di Cimolais, nel cuore del Parco delle Dolomiti friulane. A scoprire l’ennesima bravata del vandalo d’alta quota è stato Luca Visentini, storico alpinista della zona. Gli “ometti” sono piccoli accatastamenti di sassi che gli escursionisti e il Cai posizionano lungo le vie per indicare direzioni e sentieri. Una volta imbrattato, l’accumulo di pietre può solo esser smantellato e rifatto, utilizzando nuovi sassi.

A questo punto sui social network si è scatenato un pandemonio di critiche. C’è chi ricorda l’indagine in corso dopo la presentazione di una denuncia ai carabinieri di Cimolais e chi la taglia di 500 euro posta dall’eurodeputato del Pd Andrea Zanoni. Il timore è che il teppista possa compromettere la stagione turistica alle porte. Tra l’altro, numerose delle segnalazioni rosse sulle pareti montuose potrebbero indurre in pericolo gli alpinisti, facendo intraprendere percorsi accidentati o non più praticabili a causa di frane. Di qui l’accelerazione subita nelle ultime ore dall’inchiesta in corso, con gli inquirenti al lavoro per dare un nome e un volto al vandalo.

«Non saranno più ammesse verniciature o segnaletica non convenzionali – ha tuonato il presidente del Parco e sindaco di Erto e Casso Luciano Pezzin –. Si tratta di sporcaccioni e idioti, altro che di gente che vuole fare del bene. Chi crede di divertirsi alle nostre spalle è avvisato: puniremo severamente altre stupidaggini di questo genere».

Nel 2009 un escursionista di Maniago, Paolo Beltrame, ammise la propria responsabilità sostenendo di averlo fatto a scopo sociale. Ne sono nate due scuole di pensiero, con Beltrame a difendere le scritte e Cai, Parco e associazioni a condannare. «Sono stanco di vedere volontari mettere a rischio le proprie vite e spendere tempo e denaro per ripulire i sentieri da queste scritte spray», è stato il commento di Pezzin anticipando la costituzione di parte civile dell’ente in caso di processi penali a carico degli autori di questi gesti.

Fabiano Filippin

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