Delitto Pedron, Rosset: «Non ricordo»

PORDENONE. «Non ricordo quello che è successo quella mattina». Ha soltanto dei ricordi frammentari del pomeriggio, «quando andai a ripetizioni private».
Si può riassumere così – in sintesi – il contenuto della testimonianza resa da David Rosset in merito a quel 2 febbraio 1988 quando Annalaura Pedron, in mattinata, venne uccisa nell’appartamento di via Colvera dove faceva da babysitter a un bimbo di venti mesi.
Rosset, figlio di un appartenente alla setta Telsen Sao, all’epoca aveva 14 anni. Il processo in primo grado, al tribunale dei minorenni, si era concluso nel 2011 con una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Quattro anni dopo, la Corte d’assise d’appello aveva riformato la sentenza assolvendo Rosset per incapacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio.
Nelle scorse settimane è stato sentito come testimone nell’ambito del supplemento d’indagine che ha portato in questo 2016 la Procura a far raccogliere 40 nuovi profili di dna da analizzare, a far intercettare gli ex adepti di Telsen Sao e ad acquisire nuove informazioni testimoniali.
Se i test scientifici sono stati utili perché hanno permesso di scoprire dopo 28 anni a chi apparteneva il secondo dna maschile le cui tracce erano sul luogo del delitto (il dna era del bambino che Annalaura assisteva, oggi trentenne) le dichiarazioni testimoniali di Rosset non sono state giudicate rilevanti.
Vista la sua particolare posizione di prosciolto, pur essendo sentito solo come testimone, è stato assistito da due legali, le avvocatesse Esmeralda Di Risio e Filomena Acierno.
Un altro accertamento compiuto dalla Procura è consistito nel mettere a confronto Rossett e l’ex presidente di Telsen Sao, Renato Minozzi: è durato un paio d’ore, davanti al procuratore Martani e al sostituto procuratore Annita Sorti. C’erano anche le due avvocatesse.
Un confronto su un tema specifico: valutare il ruolo che l’associazione-setta e il suo vertice avevano nella vita degli associati. Secondo Rosset c’era un ruolo penetrante e Telsen Sao incideva anche sulle scelte genitoriali come le scuole da far frequentare ai figli.
Secondo Minozzi, invece, l’associazione non intaccava la libertà di scelta.
Questo confronto avrebbe potuto rivelarsi utile a ricostruire il contesto dell’epoca se fossero emersi nuovi elementi sui quali indagare dalle analisi scientifiche ma l’esito dell’esame del dna ha indotto la Procura a escludere la presenza di altri sul luogo del delitto oltre al neonato e al minorenne: quindi, la richiesta di archiviazione.
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