Dalle tigri ai dromedari, ecco il circo di Vienna

UDINE. Le tigri, otto in totale, se ne stanno a riposare all’ombra, dentro i propri “rifugi”, sotto il sole cocente di una calda mattina d’inizio settembre. Solo una, una femmina, con aria serafica si avvicina alla griglia che delimita il recinto. Lo spazio è grande, ci sono la piscina e dei grossi tronchi sui quali i felini possono giocare e affilarsi le unghie. Ma tutti gli altri esemplari, a parte dromedari e cammelli, si godono l’ombra nei propri box, dove convivono in tutto una quarantina di animali tra cavalli, pony, uno struzzo, lama e un asino, e poi un bufalo e una renna.
É passato da poco mezzogiorno e il sole picchia sul parcheggio dello stadio, dove mercoledì è arrivato il Circo di Vienna assieme a tutta la troupe composta da una cinquantina di persone. Di questi tempi i circhi finiscono spesso nel mirino degli animalisti, che denunciano l’ingiustizia di “far lavorare” gli animali.

È di qualche giorno fa la lettera indirizzata a sindaco e assessori competenti a firma della presidente della onlus Amici della Terra, Gabriella Giaquinta, in cui esprime rammarico per l’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi. «Sappiamo - afferma - non essere possibile vietarne l’attendamento, anche se tale forma di spettacolo non è certamente educativa per i bambini, ed è da considerare eticamente sbagliato costringere gli animali ad esibizioni contro la loro natura, ridicolizzandoli con esercizi che sono ben lontani dal loro essere. Chiediamo che l’amministrazione garantisca accurati controlli e vigili sulle attività di questo circo».
Per quanto riguarda le norme di sicurezza e sanitarie tutto sembra essere in ordine dopo l’ok del servizio veterinario dell’Asuid che ieri ha visitato, nella mattina e nel pomeriggio, il circo e gli animali. A parte due piccole prescrizioni, come la sabbia che non deve mai mancare - e ieri al nostro arrivo era ancora in viaggio a causa di alcuni ritardi nei trasporti - e il mantenimento della pulizia, tutto è sotto controllo, compresi box e salute degli animali.

Con i nostri occhi abbiamo fatto visita - a sorpresa - agli organizzatori del circo che ci hanno accolto mostrandoci tutti gli animali e spiegando come si prendono cura di loro. In compagnia di Jason Caveagna, responsabile assieme alla famiglia del circo, abbiamo visto i box coperti e le aree dove vengono nutriti, quelle dove possono sgambare e le “gabbie” delle tigri che, piuttosto pigre, non hanno mosso un baffo al nostro arrivo, ma con i domatori e i veterinari sono state molto affettuose.
Il primo incontro é con l’ospite di sicuro più imponente: si chiama Gullit ed è un enorme bisonte un po’ dispettoso che si diverte ad accartocciare il telo appeso sulle transenne affinché si ripari dal sole. Al suo fianco c'è Nelly, una renna. Chiediamo se non soffra il caldo e ci spiegano che ormai da molti anni è qui e si è adattata al clima locale. Poco più avanti facciamo amicizia con la gran parte degli altri animali. Non manca a nessuno il fieno e l’acqua fresca e tutte le bestie sono amichevoli.
Mangiano tutte assieme e poi vengono “liberate” nello spazio esterno, vasto e adatto alla sgambatura, dove rimangono anche la sera. Oltre allo struzzo ci sono sette lama e un asinello, Sultan, il cavallo per il gioché, e Topolino, un pony di 38 anni che, ormai in pensione, è il più viziato.

«Ci siamo affezionati, è con noi da una vita - osserva Jason -, è il nostro vecchietto». I due dromedari e il cammello, invece, se ne stanno beati al sole. «Il nostro circo, da circa cinquant’anni, ha base a Perugia e gira in tutta Italia. Qui a Udine mancavamo dal 2006 - spiega Jason -: ci piace cambiare artisti e spettacoli offrendo sempre qualcosa di nuovo». C
on animazioni, esibizioni, giocolieri, acrobati, equilibristi, domatori e comicità, il circo rimarrà a Udine fino al 12 settembre - con una pausa giovedì per l’inaugurazione di Friuli Doc - proponendo spettacoli alle 18.30 e 21 e l’ultimo giorno solo alle 18.30. «Siamo spesso vittima, ultimamente, di atti vandalici e di attacchi da parte degli animalisti - osservano -, ma amiamo molto e trattiamo bene gli animali».
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