Dal Monte Calvario a Mossa ricordati i carabinieri reali che assaltarono il Podgora

LA ricorrenzaMOSSA. Alle 11 in punto del 19 luglio 1945 il colonnello Antonio Vannugli ordinò l’assalto del Podgora agli uomini del Reggimento carabinieri reali mobilitato. Prima l’ottava compagnia...

LA ricorrenza

MOSSA. Alle 11 in punto del 19 luglio 1945 il colonnello Antonio Vannugli ordinò l’assalto del Podgora agli uomini del Reggimento carabinieri reali mobilitato. Prima l’ottava compagnia del capitano Giuseppe Vallaro, poi la settima del capitano Eugenio Losco si gettarono nella trincea seguiti a ruota dalla nona compagnia del capitano Lazzari. Quell’azione tesa a conquistare la quota 240 dava l’inizio a una delle battaglia che sarebbero entrate nei libri di storia. Il combattimento costò al reparto 53 morti, 143 feriti e 10 dispersi tra ufficiali, sottufficiali e carabinieri.

L’episodio legato alla Prima guerra mondiale è particolarmente importante per l’Arma che come ogni anno lo ha ricordato facendo tappa anche al cimitero di Mossa dove si trova un monumento funebre dedicato ai carabinieri caduti su quello che poi sarebbe stato ribattezzato Monte Calvario. E al monumento realizzato in cima al Podgora ha fatto visita il generale di Brigata Vincenzo Procacci, comandante della legione carabinieri Fvg. Accompagnato dal tenente colonnello Alessandro Carboni, comandante provinciale di Gorizia, dal commissario di Governo Anna Paola Porzio, del prefetto Massimo Marchesiello, dalle associazioni d’Arma e dalle autorità locali, civili militari e religiose, il generale Procacci ha reso omaggio ai caduti deponendo una corona alla base della stele del Calvario.

Il comandante della Legione si è inoltre fermato al Sacrario di Oslavia, dove ha deposto una corona di alloro in onore dei caduti. A Mossa ha reso onore anche alla tomba del brigadiere Antonio Ferraro, vittima della strage di Peteano.

Come ricordato anche dal generale Procacci l’assalto al Podgora fu per l’Arma «uno dei momenti più tragici della sua storia».

Secondo gli ordini, i Carabinieri Reali dovevano irrompere da un varco che le truppe della Seconda Armata avrebbero dovuto aprire sul fronte di Gorizia nel quadro della Seconda Battaglia dell’Isonzo, penetrandovi per primi e costituendo subito sbarramenti, posti di blocco, controlli e servizi vari. Loro momentaneo compito era dare il cambio al 36º Reggimento Fanteria che già teneva la posizione con una forza di uomini quasi doppia. Il Duca d’Aosta, Comandante della Terza Armata, consegnando le decorazioni al valore ai Carabinieri Reali della sua Armata, così ricordò quell’epica giornata: «Sul Podgora, nelle memorande giornate del luglio 1915, inquadrati in Reggimento, deste prova della più grande tenacia, rimanendo saldi e impavidi sotto la furibonda tempesta nemica di ferro e fuoco, decimati, ma non fiaccati». Per tale fatto d’arme furono concesse 9 medaglie d’argento, 33 medaglie di bronzo e 13 Croci al Valor militare. —

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