Dal Cile al Centro Balducci, la svolta del mastro birraio Nicolò Lira: la sua nuova vita è la pittura
Ha trovato nei sorrisi dei bambini l’ispirazione: i suoi dipinti saranno esposti a Zugliano e al caffè San Marco a Trieste

Bruciavano i negozi a Valparaíso. C’erano la barricate. E gli scontri fra poliziotti e cittadini, sfiancati dalla crisi, stavano sfociando in una vera a propria guerriglia urbana quando Nicolò Lira lasciò il Cile con la moglie e i due figli piccoli.
Ad attenderlo in Friuli c’era un posto di lavoro. E una speranza che poi si è rivelata mal riposta. Sono stati i sorrisi dei bambini che ha incontrato al Centro Balducci e che ha cominciato a ritrarre nelle sue creazioni a ridargli fiducia nel prossimo e nel futuro. Quei sorrisi sono i protagonisti di una mostra che aprirà proprio al Centro Balducci, il 20 novembre, giorno del compleanno di don Pierluigi Di Piazza.
Sarà l’arrivo di don Luigi Ciotti, prete e fondatore di Libera che interverrà a conclusione del 32° convegno intitolato “Io ti proteggerò. Abitare insieme la fragilità” a Zugliano, a chiudere un’esposizione che segna la svolta di un’esistenza. «Nicolò è arrivato da noi dopo un’esperienza deludente e sofferta – racconta don Paolo Innaccone, presidente del Centro Balducci –. Nel nostro centro ospitiamo una quindicina di bambini accompagnati dai genitori e nei giochi di quei bambini ha scoperto ciò che gli serviva per ritrovare la luce e la speranza. Segni di semplicità e di fragilità, che sono proprio il tema del 32esimo convegno annuale al centro Balducci. Così si è messo a dipingere riscoprendo una passione che nutriva da sempre. Abbiamo deciso di esporre quei quadri, una ventina. Dal 2 al 20 dicembre saranno in mostra anche al Caffè San Marco a Trieste».
Opere che rappresentano una svolta personale e professionale per Nicolò Lira. Lui, 42enne, padre di due ragazzini di 11 e 9 anni, si emoziona mentre racconta la propria storia. «Ero un mastro birraio e la mia attività procedeva bene nel mio Paese – racconta –. Poi si formò un clima di paura, bruciavano i negozi, con la pandemia e l’inflazione mi ritrovai a perdere la mia piccola azienda e con essa ogni fonte di reddito. Non vedevo altra possibilità per me e per la mia famiglia che emigrare. Arrivai in Friuli per fare il custode, ma mi ritrovai senza un contratto di lavoro e una residenza – si lascia andare –. I miei figli, per i quali avevo sognato un futuro migliore, non potevano andare a scuola e non avevano nemmeno la copertura sanitaria. Ero disperato e ho cercato aiuto».
Lo ha trovato al Centro Balducci, nei giochi di quei bambini che dominano le sue creazioni. È nata così la mostra “Piccoli Segni”, un invito a riscoprire la bellezza e la saggezza dell’infanzia. I bambini rappresentati nei quadri sono ospiti al Centro Balducci con i loro volti, la loro espressività, i loro piccoli gesti.
L’obiettivo, è quello di creare nuove realtà, attraverso l’arte, rompere con le convenzioni e abbracciare un modo di vivere più autentico e amorevole. Come diceva Pierluigi di Piazza: «Non avere paura dei grandi ideali e neanche dell’apparente piccolezza di presenza, parole e gesti che sono invece importantissimi perché esprimono sensibilità, orientamento e senso del vivere».
Il vernissage della mostra al centro Balducci è fissato per mercoledì 20 novembre, compleanno di Pierluigi Di Piazza, alle 18, quando l’artista interverrà a colloquio con don Paolo Iannaccone, presidente del Centro Balducci. La mostra si potrà visitare fino a sabato 30 novembre 2024, dalle 17 alle 20 nei giorni feriali e dalle 10.30 alle 12.30 in quelli festivi. La mostra aprirà poi a Trieste lunedì 2 dicembre alle 18 e sarà visitabile fino al 20.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto