Da Vinci “prestato” al Friuli in una mostra a Pordenone

A “Le macchine di Leonardo” 30 congegni da guerra e civili del Cinquecento Curiosità anche sull’opera del maestro toscano a Nordest, in chiave anti-turca

Il genio di Leonardo da Vinci sbarca in via Bertossi, a Pordenone, al Parco 2, con macchine da guerra, civili e la proto-robotica del Cinquecento. Scienza e tecnologia: lo zoom è sulle straordinarie analogie tra i progetti dei Codici e quelli su larga scala del terzo millennio. Oggi in via Bertossi si aprirà con “Le macchine di Leonardo” all’ora del té: per 2 mila studenti in fila, che hanno prenotato esperienze interattive e l’emozione dei prototipi fino al 25 gennaio 2015. Oltre una trentina di macchine in legno ricostruite fedelmente, in base ai codici vinciani, da Renato Catto, professore di Oderzo che per 30 anni ha collezionato modelli su scala.

Celebrano l’ossessione del maestro toscano per le meccaniche del corpo umano e della natura, con quel modo di leggere il mondo che intona il funerale all’aristotelismo e abbraccia la scienza della natura. «Matematica – invitava il genio cinque secoli fa – e ’sperienza». Esperienze dalla gru girevole alla macchina per la stampa, dal cuscinetto a sfera alla bici (di scuola leonardesca) e ai famosi giunti. Meccanismi rivoluzionari allora e ora. «Lo sterzo leonardesco è il padre storico di quello installato sulle Cinquecento», assicura il gruppo Pleiadi che ha curato la mostra con il sostegno di sponsor e il patrocinio di Comune, Regione, Turismo Fvg e Giovani imprenditori Pordenone. «Analogie – sottolineano i curatori Barbara Bianconi, Alessio Scaboro e Lara Polato con don Germano Colombo direttore Don Bosco e l’assessore comunale Flavia Rubino – tra passato e futuro». Alta tecnologia proposta in legno: nel Cinquecento Leonardo mise il suo ingegno al servizio delle terre friulane, che erano devastate dalle scorribande turche. Pordenone racconterà questo importante passaggio con la mostra ricca di testimonianze storiche e curiosità.

«Le macchine rappresentano l’Italia nel mondo – dicono i curatori – e stimolano l’interesse degli studenti ai complessi mondi di scienza e meccanica». Lo slalom al Parco 2 è tra congegni e macchine per usi civili, macchine da guerra costituite sia da dispositivi di difesa che da veri e propri mezzi d’assalto. Il ponte arcuato, per esempio: si tratta della tipologia dei ponti “leggerissimi e forti” che Leonardo prometteva nelle lettere al Moro. Rapidamente costruibili per scopi essenzialmente militari, permettono, con lo scavalcamento del fiume, veloci e inaspettati spostamenti delle truppe contribuendo al fattore sorpresa, fondamentale agli esiti della battaglia. In mostra, per leggere le pagine dei codici, anche gli specchietti, perché Leonardo era mancino.

Chiara Benotti

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