Da lunedì il ritorno al lavoro: ecco come avverrà la ripartenza settore per settore
La parte probabilmente più consistente della produzione lo farà lunedì 4 maggio, mentre altre attività lo faranno solo il 18 maggio e le ultime a giugno

UDINE. A tappe e nemmeno tanto ravvicinate, con quello che è già stato ribattezzato il “liberi tutti” solo a giugno, l’economia del nostro Paese, e quindi anche della nostra regione, si rimette in moto.
La parte probabilmente più consistente della produzione lo farà lunedì 4 maggio, mentre altre attività lo faranno solo il 18 maggio e le ultime a giugno. E’ una ripartenza con molte incognite determinate dai mesi di stop causati dall’emergenza coronavirus diventata pandemia mondiale.
Riavviare i motori delle aziende non significherà automaticamente ripartire. Bisognerà fare i conti con gli ordini che ci sono e che vanno evasi, ma soprattutto bisognerà cercare quelli di domani. Sarà necessario monitorare i mercati, e bisognerà capire come, e intercettare la domanda.
Che potrebbe essere diversa rispetto al passato. La grinta e il coraggio agli imprenditori del Friuli Venezia Giulia sono qualità mai venute meno e che hanno reso possibile, in meno di dieci anni, recuperare i livelli di export di prima della crisi del 2008. Ma per molti indicatori quei livelli, invece, non erano stati raggiunti.
Questa crisi ha colpito in una fase delicata, di crescita modestissima, e l’ha non solo azzerata, ma ha fatto precipitare gli stessi indicatori indietro di diversi punti. Per questo il riavvio resta difficile, e gli effetti tutti da valutare.
E per questo le imprese e le associazioni di categoria da settimane ormai “scalpitavano” per aprire i cancelli di negozi, botteghe, fabbriche. Per alcuni oggi potrebbe già essere tardi.
Con l’obiettivo di evitare un ritorno massiccio del virus le aperture sono state scaglionate. Come sappiamo ci sono attività che non hanno mai chiuso, altre che sono ripartite grazie alle autorizzazioni dei prefetti, altre ancora autorizzate dai Dpcm che si sono susseguiti (il dettaglio nel grafico di questa pagina).
Da lunedì toccherà a tutte le attività estrattive, a tutta l’industria alimentare e delle bevande, l’industria tessile, e - finalmente - tutta la filiera del legno-mobile-arredo. Via libera anche alla chimica, alla gomma-plastica, alla metallurgia e ai prodotti in metallo e alla siderurgia (qui Abs aveva già riaperto, ora andranno a regime anche Pittini e il Gruppo Cividale).
Si tornano a fabbricare computer e prodotti di elettronica. E’ arrivata l’autorizzazione anche per gli elettrodomestici, che in regione sono già partiti - sebbene a ritmo ridotto dopo l'autorizzazione prefettizia ad Electrolux -, e quindi anche all’intera filiera, che significa compressori e motori, ma anche gomma e plastica.
Fondamentale per l’economia regionale la meccanica, e quindi la fabbricazione di macchine utensili, di macchine per impieghi speciali, che - nel suo complesso - rappresenta la prima voce di export del Fvg. Autorizzata anche la produzione di autoveicoli, che è una nicchia per la nostra regione, oltre che di rimorchi. Decollo per la cantieristica, con Fincantieri che ha già riaperto a Monfalcone.
Riprende a regime l’edilizia, dopo la ripartenza questa settimana per i cantieri pubblici (come scuole e carceri) mentre le infrastrutture (strade, ponti, viadotti) non si erano mai fermati, e quindi via libera agli interventi civili, costruzione e ristrutturazione di case, che in Fvg rappresentano circa l’80%, in valore, del mercato, e che grazie ad un'intervento della Regione hanno potuto mettere i “ferri in acqua” già nei giorni scorsi.
Per buona parte del commercio occorrerà ancora attendere. Riapre il commercio all’ingrosso funzionale all’industria, mentre bar e ristoranti possono lavorare solo per l’asporto, ben poca cosa rispetto all’attività “normale”.
L’artigianato riavvia buona parte delle proprie categorie che operano nel manifatturiero, mentre quelle dei servizi alla persona, come parrucchieri ed estetiste, devono attendere giugno. Oggettivamente incomprensibile il rinvio dei restauratori, non inseriti nell’ultimo decreto.
- ARREDO
- Al via il mobile made in Fvg, ma non i restauratori
I cancelli di molte aziende si sono già aperti questa settimana, ma da lunedì 4 la “patente” per riavviare la produzione c’è per l’intero comparto del legno-mobile-arredo.
Tralasciando i complementi, come l’illuminazione ad esempio, il legno-arredo del Fvg occupa circa 18 mila addetti e rappresenta il 10,3% del totale Italia; rispetto alla regione, garantisce il 13,6% del fatturato manifatturiero e pesa per il 21,5% delle totale imprese.
Scorporando i due settori, il legno dà lavoro a oltre 4 mila 900 addetti, il mobile a 13 mila 900; le imprese del legno sono 870, quelle del mobile 13.900, per un totale di 19 mila 952. Il fatturato si attesta su 908 milioni l’anno, per il legno, e su 2,66 miliardi il mobile. Nel 2019 l’export è stato di 1,64 miliardi, di cui 1,47 di mobili, +3%.
Paradossalmente manca una tipologia d’impresa all’appuntamento del 4 maggio, incomprensibilmente esclusa: i restauratori. Inseriti, non si sa perché, nel novero delle attività creative e di intrattenimento anziché tra quelle altamente specializzate autorizzate a ripartire dal 4 maggio.
Pare inverosimile che una attività del genere – commenta Silvano Pascolo presidente di Confartigianato Imprese Pordenone –, debba essere privata nel dare un proprio contributo alla delicata opera di conservazione del patrimonio artistico e culturale del Paese, una voce che contribuisce a generare 1/3 del Pil dell’industria turistica italiana».
Sul versante della sicurezza «il rispetto dei vari protocolli anti Covid-19 i emanati dal governo – rimarca il capocategoria regionale Portolan – sono nelle corde degli operatori la cui attività è spesso succedanea al mondo delle costruzioni che, per inciso, apriranno il 4 maggio».
- SERVIZI E COMMERCIO
- Estetica e acconciatura partiranno per ultimi
Dovranno attendere ancora, a meno che le proteste e il pressing di imprenditori e anche della Regione, non spingano il Governo ad anticipare la data.
Parliamo di centri estetici, parrucchieri e barbieri, che secondo la classifica dei settori a rischio sono posizionati in cima, rinviati al primo giugno.
Ma anche bar, trattorie, pizzerie, ristoranti, dopo il via libera, ma solo per asporto (francamente non ho visto nessuno in giro con vassoi di caffè e cappuccino da portare a casa...) sono stati posticipati rispetto all’attesa del 4 maggio, e collocati a giugno, collezionando in questo modo ben tre mesi di totale inattività.
Con modalità di gestione, poi, per garantire la sicurezza, che renderanno arduo raggiungere livelli di fatturato solo accettabili.
Al di là di acconciatori e centri estetici, che già prima dell’emergenza lavoravano prevalentemente per appuntamento, ma con un cliente per addetto a prescindere dai metri quadrati, con flussi calibrati in entrata e in uscita, per pizzerie e ristoranti garantire il metro quadrato di distanza di sicurezza significherà ridurre il numero dei coperti e, quindi, ridimensionare la mole di lavoro. E anche i ricavi. Ma a fronte di spese crescenti.
Anticipa, anche se di poco, il commercio al dettaglio (ovvero le categorie merceologiche che sono state chiuse come abbigliamento, calzature, mercerie, accessori ecc.) che potrà sollevare le serrande dal 18 maggio.
Anche qui l’incognita: quanti lo faranno? Le disposizioni stringenti sotto l’aspetto sanitario condizioneranno fortemente anche queste attività limitando gli accessi. E, forse, anche le prove di capi di abbigliamento e calzature.
- SALUTE
- Si andrà alle Terme ma solo per le terapie
Dopo un periodo di sospensione di quasi due mesi, il Dpcm del 26 aprile permette la riapertura di alcuni dei servizi erogati dalle strutture termali a partire dal 4 maggio.
Dalla prossima settimana dunque riaprono anche le Terme di Arta e quelle di Monfalcone per le prestazioni ricomprese nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, e in queste rientrano tutte le prestazioni termali che possono essere erogate in regime di convenzione con il Sistema sanitario. Sono inoltre autorizzate le prestazioni di riabilitazione e le visite specialistiche ambulatoriali.
«A fronte di quanto previsto dal decreto - spiega l’ad di Terme del Fvg Salvatore Guarneri - abbiamo deciso di ripartire con le cure presso gli stabilimenti di Monfalcone e Arta Terme proprio a far data dal 4 maggio, mentre la Git ha valutato di aprire la stagione delle cure termali a Grado dal giorno 18 maggio».
In previsione del riavvio sia Terme Fvg che Git hanno fatto un’attenta analisi della programmazione delle prestazioni e dei percorsi all’interno delle strutture adeguandoli, ove necessario, alle stringenti indicazioni del ministero della Salute.
Le prestazioni continueranno a venir erogate solo su appuntamento: già presi gli accorgimenti utili per la permanenza sicura dell’utente all’interno delle strutture.
Le sale d’attesa sono state risistemate distanziando le sedute e tutti gli utenti dovranno accedere alla struttura indossando mascherine chirurgiche o comunque certificate.
Gli operatori dovranno indossare i dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, visiere). Predisposto un percorso che prevede un breve triage per gli utenti in ingresso con misurazione della temperatura corporea.
- INDUSTRIA
- Arriva il rappresentante territoriale per la sicurezza
Riaprire sì, ma in sicurezza. Il presupposto vale per tutte le attività economiche tenute a rispettare le regole, distanziamento sociale, sanificazione, dispositivi di protezione ecc.
Il quadro delle regole è stato inserito nel Dpcm del 26 aprile, che comprende il Protocollo siglato tra associazioni di categorie e sindacati, che possono poi essere declinate a livello territoriale.
Lo ha già fatto Confindustria Alto Adriatico, lo ha fatto Confapi Fvg, ora lo ha fatto anche Confindustria Udine che ha siglato l'accordo quadro sull'applicazione, a livello territoriale, delle misure per il contrasto e il contenimento dei contagi negli ambienti di lavoro.
L’intesa, sottoscritta dalla presidente Anna Mareschi Danieli per Confindustria Udine e dai segretari territoriali Natalino Giacomini (Cgil), Luigi Oddo (Uil), Renata Della Ricca e Maurilio Venuti (Cisl), istituisce il Comitato paritetico per il contrasto al Covid-19, che opererà a supporto delle imprese aderenti a Confindustria Udine e dei loro dipendenti.
Il comitato avrà funzioni di supporto alle imprese e ai lavoratori sul piano informativo e in termini di consulenza, assistenza tecnica e monitoraggio.
Considerando che vi sono imprese nelle quali non sono presenti rappresentanze sindacali «si è ritenuto utile individuare una struttura condivisa e paritetica che agisse in ottica propositiva a livello territoriale a sostegno delle Pmi. Individuato infine, con funzioni consultive e di indirizzo, la figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (Rlst), che sarà coinvolto di volta in volta in funzione delle necessità operative sul territorio del comitato paritetico. —
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