Da Cordenons in giro per l’Italia con i Germani reali

Angelo Mariuzzi tenterà un viaggio tutto ecologico con 500 volatili al seguito

CORDENONS. Di certo è un’idea stravagante che a pochi, se non a nessun altro, sarà venuta in mente, ma per Angelo Mariuzzi, 52enne di Cordenons detto “Guit”, rappresenta un vero e proprio sogno, che cercherà di realizzare, nella primavera del 2016, assieme alla compagna, Tania Salotto, 31 anni. Il progetto è di tentare la “transumanza” del Germano reale, l’anatra selvatica più conosciuta e diffusa, che nel dialetto locale viene chiamata anche “masurin”. Sogna di farlo lungo tutto lo stivale italiano, attraversandone i luoghi più naturali con al seguito una tenda.

Mariuzzi tenterà il viaggio con 500 Germani, tante saranno le uova che si procurerà quando sarà la stagione dell’accoppiamento e di cui si prenderà cura sino a che non si dischiuderanno. «Lo farò – spiega il protagonista di questo bizzarro e romantico esperimento – perché in questo modo, quando nasceranno, i Germani mi riconosceranno come “genitore” e mi seguiranno dovunque vada». Davanti “Guit” e la compagna, dietro di loro uno sciame di volatili colorati sin dove quest’avventura consentirà loro di arrivare. Ci riusciranno? Per ora i due si dicono intenzionati a provare. A supportarli in questa avventura due amici: Ernesto Assolani, appassionato conoscitore dei Germani reali che darà loro qualche dritta, e Agostino Catto. Li aiuteranno ad acquistare le uova.

Mariuzzi è un uomo che vive alla giornata, affidandosi a ciò che gli offre la natura perché di risorse non ne ha. Vive così dal 2004. La sua casa per diversi anni è stata il fiume Meduna («Vi ho trascorso estati e inverni, vivendo in una tenda, mangiando asparagi ed erbe selvatiche o quanto trovavo in natura. Tuttora raccolgo queste erbe per venderle e racimolare qualche soldo»). Sopravvissuto all’esperienza di vita nel Meduna, “Guit” è convinto di non temere altro ambiente naturale.

«Trovo che l’idea sia affatto bizzarra e irrealizzabile» commenta Catto, che aggiunge: «Unire la passione di Angelo per questi volatili con un’avventura da nomadi, in mezzo alla natura, lo rende una sorta di moderno Odisseo. Credo in questo progetto e conto che al loro ritorno ci possano raccontare, a noi ma anche alla comunità corfdenonese, che sono davvero riusciti a realizzarlo».

Milena Bidinost

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