Cristiana Compagno avverte:«Udine non deve perdere l’evento»

di Giacomina Pellizzari

UDINE.
Sull’innovazione, Cristiana Compagno, rettore dell’università di Udine, ha sempre creduto fino a ideare e realizzare
Innovaction
, la vetrina che contribuì a identificare Udine come la città dell’innovazione. Oggi come allora, il rettore dell’università e direttore scientifico della manifestazione pensa che «la cancellazione della fiera possa rappresentare una perdita per il capoluogo friulano» anche se, aggiunge, «mi rendo conto che in un regime di scarsità di risorse quale quello che si presenta in questo momento è necessario fare delle scelte».


Proprio perché conosce bene la complessità dell’operazione, il rettore dell’ateneo friulano da un lato difende la sua creatura, dall’altro ricorda che in origine il progetto prevedeva la formula biennale.


Senza Innovaction Udine cosa perde?

«Ritengo che il venir meno di Innovaction possa rappresentare una perdita per la città dal punto di vista della centralità dell’innovazione mondiale che nell’ambito della fiera veniva rappresentata».


Di fronte alla carenza di risorse, però, qualcosa bisogna pur tagliare?

«Infatti, proprio perché è necessario fare delle scelte di allocazione delle risorse capisco la volontà di eliminare alcuni eventi seppur importanti».


Lei che conosce tutti i meccanismi di Innovaction non pensa che la Regione poteva salvaguardare l’iniziativa con una formula diversa?

«Probabilmente con un po’ di più tempo davanti si sarebbe potuto pensare a una progettazione biennale. Ribadisco, la scarsità delle risorse e di tempo hanno impedito la rivisitazione della formula».


La formula biennale, per altro, era già prevista dal progetto originale dell’ateneo friulano?

«La progettazione biennale di
Innovaction
è sempre stata nella proposta dell’università che non ha mai pensato di trasformarla in un evento annuale».


Perché la formula biennale si addice a una fiera che lei stessa definisce importante?

«Noi l’avevamo progettata biennale perché, dal punto di vista organizzativo, era pesante gestire un evento così grande e costoso».


Starà mica rilanciando l’idea di Innovaction nella sua veste originale?

«Ritengo che con un po’ di più tempo davanti si possa tornare al progetto originale dell’ateneo friulano che era biennale».


Si parla di fiera molto costosa, ma lei da direttore scientifico non ha mai ricevuto alcun compenso.

«Né la sottoscritta, in qualità di direttore scientifico di
Innovaction
, né l’università di Udine, hanno mai ricevuto un euro per la progettazione e l’organizzazione degli importanti eventi nell’ambito di
Innovaction
».

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