Crisi, anche Savio e Brovedani devono correre ai ripari

PORDENONE. Calo del fatturato e ammortizzatori sociali in vista anche per alcuni colossi industriali della provincia, tra cui Savio macchine tessili di Pordenone (450 dipendenti) e Brovedani di San Vito al Tagliamento (370). Troppo presto per parlare di crisi, comunque: le prospettive incerte sono legate all’andamento altalenante dei mercati e al fatto che i clienti, di anno in anno, chiedono sconti sempre maggiori sui prodotti. Gli effetti sull’occupazione ci saranno, almeno alla Brovedani, dove si stima una trentina di eccedenze, che saranno gestite con soluzioni diverse dai licenziamenti. Tra le ipotesi, ammortizzatori ed estensione del part-time.
Savio. Il bilancio del 2014, come già prospettato lo scorso autunno, registra una contrazione e le prospettive per la prima parte del 2015, almeno sino a marzo, sono incerte. E’ possibile, quindi, che l’azienda preveda alcune giornate di fermata collettiva, che potrebbero essere coperte con il ricorso alla cassa ordinaria.
Uno strumento già utilizzato a ottobre e novembre, quando Savio ha stabilito uno stop produttivo di nove giorni in totale. I sindacati verificheranno la situazione assieme ai vertici dell’impresa, così da capire quali misure adottare.
La visibilità sul fronte degli ordini, insomma, non consente ancora di fare previsioni a lungo termine. Nei mesi scorsi, la chiusura collettiva si è resa necessaria per un rallentamento generale del mercato internazionale, che mette in difficoltà pure altre realtà del settore. Nulla di allarmante, come tengono a precisare i sindacati, i quali ricordano che Savio è una realtà che funziona (l’ultima volta è ricorsa alla cassa nel 2009) e sta investendo per essere competitiva. Nel prossimo triennio, sono in programma investimenti per 25 milioni di euro per realizzare quattro progetti, uno dei quali potrebbe portare ricadute positive sul sito di Pordenone. Recente anche l’acquisizione della Elitech, realtà industriale del settore meccanotessile ubicata in Repubblica Ceca, in cui trova impiego una cinquantina di lavoratori. Obiettivo di Savio ampliare la produzione con pezzi evoluti dal punto di vista tecnologico e dall’alto valore aggiunto, così da sbaragliare la concorrenza.
Brovedani. Anche per la Brovedani spa, tra i leader mondiali nel settore della meccanica di precisione, che oltre al sito di San Vito comprende quello di Bari, le previsioni 2015 parlano di una flessione del fatturato del gruppo di circa il 10 per cento, pari a 5 milioni di euro. A fare la parte del leone, comunque, nel bilancio della spa, è lo stabilimento della provincia. Quello pugliese, che a breve ricorrerà alla solidarietà, ha registrato negli anni diverse perdite.
La contrazione genererà una trentina di esuberi tra i 370 addetti della realtà sanvitese. «Eccedenze non strutturali – precisa Ezio Tesan (Uilm) –, ma temporanee. Saranno quindi gestite con gli ammortizzatori». L’azienda, nell’ultimo incontro con le forze sociali, ha anche avanzato la proposta di un’estensione del part-time tra i dipendenti. Un’opzione che consentirebbe di ridurre il costo del lavoro, mantenendo però i numeri attuali di organico ed evitando la perdita di professionalità. «Si tratta di un’ipotesi – spiega Tesan –. Abbiamo comunque rilevato la necessità di un’adesione volontaria da parte delle maestranze. Una scelta da fare, insomma, tenendo conto anche dei bisogni espressi dai dipendenti».
Le ragioni della flessione sono principalmente due: Bosch, principale cliente per l’automotive (rappresenta circa metà del fatturato), chiede prezzi sempre più competitivi e quindi sconti anche del 4 per cento. Altri clienti, invece, registrano un calo nei volumi. Brovedani, comunque, non molla: continua a investire in linee, tecnologia e nuovi prodotti. L’impresa conta di raccogliere i frutti di questa strategia nel 2016. Il perché si punti a mantenere l’intera forza lavoro è presto detto: l’azienda, tra un anno, auspica di ripartire a pieno regime.
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