Creditore poteva chiedere il fallimento ma rinuncia e salva la Fabbro Vanni

Dario Durisotti deve ricevere 100 mila euro: «Ma non me la sono sentita di lasciare a casa quelle famiglie» Intanto l’azienda di Codroipo che dà lavoro a 73 persone ha presentato una richiesta di concordato
Di Cristian Rigo

CODROIPO. Da più di un anno aspettava di ricevere quasi 100 mila euro dalla “Fabbro Vanni” di Codroipo per alcuni lavori e così alla fine, il titolare della “Durisotti srl” di Gemona, Dario Durisotti si era convinto a presentare istanza di fallimento nella speranza di recuperare almeno in parte il suo credito. Ma giovedì, prima dell’udienza, ha ritirato tutto “salvando” di fatto la storica fabbrica specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti tecnologici che da più di un anno è entrata in crisi e che nel frattempo ha presentato una richiesta di concordato.

«Non me la sono sentita di lasciare a casa quasi 80 famiglie - dice Durisotti -. Per la mia azienda (che si occupa di idraulica e ha quasi vent’anni di attività con 10 dipendenti) quei soldi significano molto. Quando i lavori non ti vengono pagati vai in difficoltà perché i dipendenti non possono certo aspettare di ricevere il loro stipendio. Conosco i titolari della Fabbro Vanni, è un’azienda seria radicata nel territorio che opera da quasi 50 anni. Perderla sarebbe una sconfitta per tutti».

Così Durisotti ha fatto marcia indietro e adesso i dipendenti della Fabbro Vanni hanno una speranza in più di salvare il posto mentre la ditta di Gemona può sperare di recuperare almeno in parte il suo credito. «Con il fallimento non avremmo incassato niente: prima ci sono l’Inps e l’Inail poi le banche, chi ci ha rimesso il lavoro perde sempre - si sfoga Durisotti -. Purtroppo la legge non tutela il lavoro e i lavoratori. Spero almeno che la Fabbro Vanni si rimetta in piedi. So che se il tribunale concederà il concordato, a settembre, i soldi che l’azienda ci deve arriveranno tra uno, forse due anni. Tempi biblici. Ed appena per il 15% del totale del dovuto, proprio per effetto del concordato». Una beffa. «Oggi fare impresa è quasi impossibile, le tasse ti strozzano e la burocrazia fa il resto ma - conclude Durisotti - mi auguro che adesso tutti facciano la loro parte per salvare la Fabbro Vanni: i sindacati e anche le isitutuzioni devono intervenire».

In realtà l’azienda proprio in questi giorni si era impegnata a presentare un piano di ristrutturazione che puntava alla conferma di gran parte dell’organico che oggi conta 73 dipendenti. I vertici della Fabbro Vanni sono al lavoro anche per perfezionare un accordo con i partner industriali interessati a investire nel nuovo soggetto societario, la “Fabbrovanni srl”, che dovrebbe assicurare continuità all’attività anche perché la cassa integrazione straordinaria scadrà a dicembre 2015, ma se il concordato passerà vi sarà un ulteriore anno di ammortizzatore sociale.

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