Corona non poteva essere a Udine

L’ex paparazzo avrebbe dovuto partecipare a un pranzo organizzato al Biffi. Il gestore del locale di via Poscolle: «Abbiamo informato procura e questura»

UDINE. Un viaggio a vuoto in Friuli (pare senza autorizzazione della Procura) mentre i ladri gli svaligiavano la casa a Milano.



Negli ultimi giorni Fabrizio Corona è tornato a far parlare di sé, prima per aver dato buca al pranzo della solidarietà organizzato alla pizzeria Biffi di Udine, qualche ora dopo, per aver postato su Instagram un video-denuncia in cui si vede il suo appartamento messo a soqquadro dai ladri.

È successo tutto tra il 23 e il 24 dicembre. Domenica, l’ex re dei paparazzi, alle 14, era atteso al ristorante Biffi per un’ospitata benefica a favore dell’Andos Udine. Ma Corona, nonostante a Udine ci sia arrivato, non è voluto entrare nel locale di via Poscolle. Ha provato a farsi dare i soldi del suo compenso in anticipo (il suo cache sarebbe stato pagato dalla ditta di bevande Linda) proponendo in cambio un breve video da postare sui social.

La trattativa è andata avanti quasi un’ora tra via Marco Volpe e via Viola. Quando poi Diego Giordano, titolare dei Biffi, è venuto a sapere, direttamente da Corona, che tutta questa sua titubanza a entrare era causata dal mancato via libera da parte della Procura di Milano, ha preferito annullare l’ospitata, per evitare problemi, anche su consiglio dei suoi legali.

«Quanto Corona ha confermato a Giordano che non poteva essere a Udine perché il magistrato non gli aveva firmato il permesso – spiega Francesco Paolo L’Erede, investigatore privato di servizio al ristorante Biffi insieme agli addetti alla sicurezza e alle guardie giurate chiamate per l’arrivo dell’ex fotografo – ha deciso di annullare l’ospitata. In capo ai gestori dei ristoranti ci sono molti obblighi tra cui il rispetto del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, e Giordano ha fatto bene a non volerlo nel suo ristorante».

Questo spiegherebbe anche il fatto che Corona, proprio in via Marco Volpe, non ha voluto farsi fotografare dopo essere sceso dall’auto, prima proteggendosi sotto il cappuccio della felpa, poi risalendo in fretta e furia in auto.

A scanso di equivoci, L’Erede è andato oltre, informando Procura, Questura e carabinieri della presenza in città di Corona. «Ho chiesto di verificare gli obblighi di Corona – aggiunge L’Erede – e di prendere i provvedimenti previsti dalla legge in caso di mancato rispetto delle disposizioni. Si possono controllare i tabulati telefonici, visto che proprio per parlare con Giordano ha utilizzato più volte il cellulare».

Lasciato il Friuli e tornato a Milano, Corona ha trovato l’appartamento messo sottosopra dai ladri. In due video postati su Instagram, l’ex fotografo ha prima mostrato i danni subiti, lasciando poi intendere di sapere chi sia il colpevole.

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