Controlli della temperatura, polizia ai valichi: la situazione ai confini con la Slovenia

UDINE. Rallentamenti, ma non code chilometriche nelle ultime ore ai valichi del confine italo-sloveno venerdì 19 giugno, dopo la decisione delle autorità di Lubiana, di ripristinare, di fatto, i controlli con la verifica della temperatura corporea, oltre alla richiesta di provenienza e di destinazione anche alla frontiera con il Friuli Venezia Giulia. L'iniziativa è stata determinata dallo scoppio di nuovi focolai di coronavirus, provenienti dai Balcani, in Slovenia. Al confine italiano si registrano nuovi casi nelle aree di Capodistria e Nova Gorica. In quest’ultimo caso si tratta di una famiglia di tre persone appena rientrata dalla Bosnia.
Ai confini con l'Italia, al momento, non risultano tuttavia attività di monitoraggio della temperatura: la Polizia slovena, secondo quanto appreso, controlla soltanto le frontiere principali, limitandosi a richiedere a campione i documenti agli automobilisti in transito. Come riporta il Primorski Dnevnik, risultano solo rallentamenti nei valichi più meridionali della regione, a Trieste.
Anche giovedì 18 gli italiani erano sempre stati fatti transitare, pur dopo i controlli di rito che nel concreto hanno portato a una nuova sospensione di Schengen, ma nel frattempo, dal pomeriggio, si è creata in diversi valichi una lunga coda di auto e mezzi pesanti che in alcuni casi ha superato anche i quattro chilometri di lunghezza.
Intanto fa ancora discutere l'enorme difformità di prezzi dei carburanti tra Fvg e Slovenia. A Gorizia è intervenuto il sindaco, Rodolfo Ziberna:"Il governo italiano ascolti l'appello che sta arrivando dal Friuli Venezia Giulia e, in particolare, da Gorizia prima che sia troppo tardi". Ziberna ha scritto una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in cui ha espresso, nero su bianco, le forti preoccupazioni per l'economia del territorio che confina con la Slovenia messo a dura prova, dopo l'apertura dei confini, dal decreto del governo sloveno che, di fatto, consente la riduzione del prezzo dei carburanti alla pompa, provocando una fuga oltre confine di automobilisti italiani attirati dal pieno a costi ridotti.
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