Concorrenza sleale alla sua ex società: attività inibita e sigilli

Accolto il ricorso della “Sapori Antichi” contro Marco Zanier In un’altra vertenza, il tribunale gli ha sequestrato i marchi



Quando, il 30 settembre 2016, Marco Zanier sottoscrisse il contratto di trasferimento della “Sapori Antichi snc” di Villa Santina, s’impegnò a non esercitare «neppure a mezzo d’interposta persona, alcuna attività che, per tipologia dei prodotti venduti e della clientela cui sono rivolti, possa risultare in concorrenza con quella oggetto dell’azienda ceduta e, comunque, ad astenersi da ogni attività idonea a sviarne la clientela». Così per i successivi cinque anni. Invece, nel corso del 2018, nel panorama imprenditoriale friulano è spuntata la “Zanier srl” di Buja, società in tutto simile a quella ceduta. Simile sia per la tipologia dei prodotti alimentari realizzati e commercializzati - pasta, riso, spezie e dolciumi, peraltro confezionati a imitazione di quelli “originali” - e per l’utilizzo di due “vecchi” marchi, sia perchè a costituirla erano stati proprio due dei soci, nonchè amministratori, dell’azienda cedente - uno dei quali figlio di Zanier - e una sua ex dipendente. Segnali sufficienti, secondo l’acquirente e attuale proprietario, Federico Soldati, per ritenere il patto violato e pretendere provvedimenti volti a interromperne l’attività.

Il ricorso è stato accolto in toto. Ritenendo integrata la fattispecie della «concorrenza sleale», il giudice del tribunale di Trieste, sezione specializzata in materia d’impresa, Roberta Mastropietro, ha concesso in via cautelare il rimedio dell’inibitoria, ordinando a Marco Zanier e alla Zanier srl di astenersi dal proseguire l’attività d’impresa per il periodo residuo rispetto a quello stabilito. Il provvedimento ha accolto in tal modo la tesi sostenuta dall’avvocato Mattia Tomasetti anche rispetto alla riconducibilità in capo al solo Marco Zanier dell’amministrazione di fatto della neocostituita azienda. Anche perchè – è stato evidenziato – il figlio, che vanta un passato di calciatore professionista, difficilmente avrebbe avuto l’esperienza necessaria ad assumerne la guida. Niente di paragonabile al padre che, dopo essere stato il «dominus» della Sapori Antichi, «va ritenuto in via presuntiva il vero artefice delle decisioni aziendali alla Zanier srl».

Nel costituirsi in giudizio, Zanier aveva ricordato come l’articolo del contratto invocato dalla ricorrente fosse «vincolante per la sola società cedente» e come «i marchi e i segni distintivi utilizzati dalla Zanier srl fossero nella sua esclusiva titolarità e non inclusi nell’oggetto della cessione». E sono stati proprio i marchi e brevetti intestati a suo nome l’oggetto di un sequestro conservativo che lo stesso Federico Soldati, proprietario della “Frar srl” di Udine, ha di recente ottenuto, fino all’importo di 30 mila euro, nell’ambito di un altro procedimento proposto davanti al giudice del tribunale civile di Udine, Gianpaolo Fabbro. Al centro del contenzioso, un credito di pari entità vantato dalla “Donatella calcio” nei confronti di Zanier e riconducibile a debiti maturati dall’associazione quando a presiederla era lo stesso Zanier per somme versate alle Entrate a definizione di un accertamento fiscale successivo alla sua uscita. Credito che la Frar ha acquistato dal Donatello lo scorso marzo.

Assistito dall’avvocato Nicolò Fiorentin, Zanier aveva negato di avere movimentato denaro dalle casse del Donatello e sostenuto di essere stato manlevato, con una scrittura del 2010 dal presidente che gli era subentrato, da ogni onere derivante da operazioni eseguite nell’interesse del sodalizio durante il suo mandato. Argomentazioni che i difensori di Soldati, avvocati Massimiliano Sinacori e Roberto Mete, hanno smontato, depositando sia documentazione in grado di contestare tale scrittura, sia la sentenza di Cassazione che, nel 2017, ha confermato la condanna inflitta a Zanier per il prelievo effettuato dal conto corrente della società, senza alcuna causale, di 30 mila euro. —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto