Comunità di montagna, «necessario adesso incrementare il personale»
Maniago
«Giovedì le Comunità di montagna partiranno con il personale dell’attuale Uti Valli e Dolomiti friulane, numericamente già insufficiente per le esigenze dell’Unione: i prossimi mesi saranno fondamentali per organizzare un’importante azione di rafforzamento degli organici dei due enti per garantire lo sviluppo dei territori montani, nonché il mantenimento dei servizi sinora erogati dalle due Uti, che con domani cesseranno la loro attività». Lo affermano i presidenti delle Comunità di montagna Est e Ovest, rispettivamente Demis Bottecchia e Ilario De Marco Zompit, dopo che il consigliere regionale Giampaolo Bidoli (Patto per l’autonomia) ha ribadito la necessità di posticipare a gennaio l’avvio per una migliore organizzazione. «Comprendiamo che Bidoli cerchi visibilità e usi ogni argomento per le regionali 2023 – aggiungono –. Criticare la riforma degli enti locali è nel suo diritto, ma lascia basiti che un alto esponente di una formazione che si definisce Patto per l’autonomia abbia per mesi contrastato la richiesta di due terzi dei sindaci che chiedevano due Comunità di montagna, ritenute dagli amministratori locali come maggiormente confacenti alle esigenze dei municipi. Forse ci sono concetti di autonomia che per Bidoli rivestono significati oscuri. A differenza di altre Comunità di montagna, quelle della Destra Tagliamento si ritrovano ad avere tempistiche organizzative più ristrette a causa dell’ostruzionismo di una minoranza di sindaci: basti pensare al ricorso del Comune di Maniago, cestinato dal Tar».
Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale Mara Piccin (FI). «Con doti da veggente, Bidoli già bolla come fallimento la riforma degli enti locali del centrodestra, quando le Cdm devono ancora partire: azzardato, considerando che l’autonomismo di cui vorrebbe farsi portavoce si è fermato troppe volte dinanzi al tentativo, tutto propagandistico, di porre veti e rinvii alla volontà della maggioranza dei sindaci dei due enti – rileva Piccin –. Ora tenta di assumere pure il ruolo di sindacalista: ascolti anche i sindaci, non soltanto la minoranza di cui vuole farsi portavoce, così forse considererà anche il fatto che il personale dell’attuale Uti è insufficiente e l’intento è incrementarlo nei primi mesi di avvio delle Comunità di montagna. Comprendiamo la foga preelettorale di marcare il territorio corrispondente al proprio bacino di voti in vista del 2023, ma non si può pretendere che vengano accolte richieste dettate soltanto da una volontà di ostruzionismo politico». —
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