Commozione e dolore nel mondo del basket: è morto Mario Bortoluzzi, aveva 51 anni

Dirigente e procuratore, aveva lanciato numerosi giocatori Appassionato anche di auto, era molto conosciuto in regione

PORDENONE. L’ambiente del basket piange la scomparsa di uno dei suoi personaggi più iconici, divertenti e competenti. Dopo un calvario di oltre un mese si è spento in seguito a un’embolia polmonare Mario Bortoluzzi, 51 anni, per tutti “Marione”, a identificarne la figura imponente e rassicurante. Pordenonese doc, responsabile di zona di un’azienda che distribuisce combustibili, ma soprattutto dirigente sportivo e procuratore – è stato il primo in regione ad avere il patentino a livello europeo –, un vincente nato.

Nel suo portafoglio-atleti, tra gli altri, giocatori come Riccardo Truccolo, Giulio Colamarino, Matteo Varuzza, i fratelli Nobile, Mattia Galli, Andrea Muner, che ha contribuito a far arrivare in serie A e B. Con la caratteristica che lui il procuratore lo faceva per passione, non ha mai fatto pagare l'assistenza a nessun suo giocatore. A livello di dirigente, tra le varie esperienze, è stato responsabile del gruppo del 1989 del Nuovo basket, general manager del San Vito e del Fontanafredda. Conosceva tutti i giocatori e gli allenatori non solo della regione, ed era stimato e benvoluto da tutti. A dispetto della sua stazza, aveva una grande leggerezza al pianoforte, che suonava sempre volentieri facendo cantare tutti i presenti nelle mitiche serate al ristorantino Dry Bridge. Con la sua goliardia nel 2002 aveva fondato l'Abb, Associazione basket buongustai: organizzava eventi in cui univa il piacere della tavola a interminabili chiacchierate sul mondo della palla a spicchi.

La notizia della sua scomparsa in poche ore ha fatto il giro della provincia e varcato presto i confini regionali. Tra i più addolorati il giocatore Riccardo Truccolo, oggi al Cividale, ex Sistema Pn e Udine in serie A: «Per me – ha affermato – Mario è stato un fratello, più che un amico. In qualità di procuratore devo a lui la mia carriera. Lui mi ha aperto le porte della serie A1». Queste le parole di Giulio Colamarino, capitano del Sistema Pn: «Collaboravamo da dieci anni, non l'ho mai considerato un procuratore, bensì un vero amico, e come tale mi ha sempre aiutato nel mondo della pallacanestro. Una persona buona».

Mario oltre che di basket era un grande appassionato di auto, e in particolare di rally. Aveva anche posseduto alcuni “bolidi”, che mostrava con orgoglio al suo amico Luca Rossetti, grande pilota pordenonese già campione italiano ed europeo. Così lo ricorda Domenico Fantin, coach dell'Humus Sacile. «Già lo immagino in giro per il cielo al volante della sua mitica Subaru Impreza blu, a cercare un palasport dove poter seguire una partita». E infine Vittorio Nobile, giocatore dell’Apu Udine, ex Sistema. «Mi ha fatto crescere sia come giocatore sia come persona, mi ha sempre consigliato per il meglio facendomi fare un passo alla volta e oggi gioco in serie A grazie a lui. Mi mancherà la sua spontaneità, le vacanze con lui a Barcellona e Parigi».

I funerali di Mario si terranno lunedì alle 15 nella chiesa del Don Bosco, in viale Grigoletti. —

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