Commercio, fatta la legge: già pronti i ricorsi legali

TRIESTE. Per la maggioranza è una legge coraggiosa e contestualmente responsabile, che avvia una reale riforma del commercio, ed è propedeutica all’approvazione di una nuova norma, che verrà discussa a ottobre, che dovrebbe ridefinire il quadro generale di tutto il comparto terziario.
La lettura dell’opposizione è diametralmente opposta: per Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega il testo è una farsa, che non ha affrontato l’unico tema politico realmente atteso, ovvero quello delle chiusure domenicali, rinviato al prossimo autunno.
Federdistribuzione annuncia battaglia e minaccia ricorsi, il governo centrale, con ogni probabilità, impugnerà la legge in quanto la competenza primaria, come ammesso dalla stessa Regione, è dello Stato, salvo che non si arrivi in tempi brevi a varere una nuova normativa nazionale.
In questo clima di forte conflittualità, è passata ieri pomeriggio la legge Bolzonello con i voti della maggioranza, l’astensione di Nuovo Centrodestra, Movimento 5 Stelle e Autonomia responsabile (tranne Roberto Dipiazza, contrario) e Giovanni Barillari (Misto), e la contrarietà di Fi, Ln, FdI, Roberto Dipiazza e Mara Piccin (Misto). Puntualmente, come da 15 anni a questa parte, la polemica sulle chiusure domenicali ha assunto le fattezze di un’ingombrante spada di Damocle per la giunta.
Secondo Luca Ciriani (FdI), assessore al commercio nella scorsa legislatura, «la montagna ha partorito il topolino. Doveva essere una legge coraggiosa e provocatoria, si è rivelata una farsa: che fine hanno fatto i propositi bellicosi di qualche settimana fa?». Per Riccardo Riccardi (Fi) «la giunta voleva scoprire le Indie, ma le Caravelle non hanno neanche intravisto l’America. Anzi, non sono neanche uscite dal porto».
Anche i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno diffuso una nota per sottolineare che «aver individuato 10 festività civili e religiose di chiusura (1 gennaio, Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto, 1 novembre, Natale e 26 dicembre) è un buon risultato, ma non sufficiente: ci aspettavamo maggior coraggio sulle domeniche».
Sulle chiusure domenicali e festive, la giunta è presa tra due fuochi: sindacati e Confcommercio chiedono più coraggio, la grande distribuzione ricorda che il libero mercato non può e non deve essere condizionato da norme «anticostituzionali».
La giornata di ieri ha consentito di dare gli ultimi colpi di pennello al quadro del commercio: inserite una serie di poste puntuali, per garantire risorse a realtà messe in ginocchio dalla crisi o fiaccate da condizioni meteo avverse.
Accolto un emendamento di Renzo Liva, che introduce la misura della “diffida amministrativa”: in caso di scorrettezza da parte dell’esercente nell’esposizione della merce, scatta questo “avviso”, da parte della polizia locale.
Se l’errore non viene corretto, la diffida si tramuta in sanzione pecuniaria, da 600 a 3 mila 500 euro. Mara Piccin (Misto) ha sostanzialmente accusato la maggioranza di plagio politico: «La maggioranza ha copiato, peggiorando, un progetto di legge organico depositato il primo febbraio sul tema. Scorretto nei miei confronti, penalizzante per consumatori ed esercenti».
La chiosa finale spetta al vicepresidente Bolzonello: «Una legge che contiene una serie di misure in grado di dare risposte importanti al settore del commercio, del turismo e dei servizi. Avevamo promesso di individuare una decina di giornate per dare un segnale chiaro: non è possibile avere una deregulation come quella attualmente vigente. Vogliamo agire da stimolo nei confronti del Governo su questo tema, affrontato più volte ma mai risolto».
Nella norma, come si evince dalla tabella che pubblichiamo, sono state inserite alcune poste puntuali per la realizzazione di piste ciclabili, il completamento di strutture ricettive e il finanziamento delle ristrutturazioni alberghiere.
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