Come si combatte il coronavirus? Le terapie e i farmaci anti Covid spiegati bene in otto domande e risposte

Non c'è ancora la cura finale per Covid-19 perché il virus che la provoca è "nuovo". Ma i medici stanno svelando giorno dopo giorno qualche segreto e mettendo a punto approcci personalizzati con farmaci che, integrati tra loro, permettono di agire su meccanismi diversi. Anche, e questo è importante, già a domicilio.
Gli obiettivi sono limitare la replicazione del virus, mitigare la risposta infiammatoria eccessiva dell'organismo, influire sull'anomala coagulazione del sangue che porta alla formazione di trombosi ed embolie e magari anche rinforzare il sistema immunitario, grazie ad anticorpi estratti dal sangue di chi ha superato l'infezione. Il tutto, in attesa dell'arma di prevenzione di massa, un vaccino che appare dietro l'angolo: le sperimentazioni sono in corso, ma ci vorranno mesi prima di averlo. Qui le risposte di Stefano Vella, docente Salute Globale, Università Cattolica di Roma.
- Che medicinali si possono impiegare a domicilio? Ogni virus ha bisogno del suo farmaco e per questo non c'è ancora. Oltre ai sintomatici, come il paracetamolo, agli antibiotici e ai cortisonici, il medico - che va sempre sentito - può prescrivere alcune terapie che possono influire sul decorso della malattia. Sono trattamenti di supporto.
- È efficace la terapia con idrossiclorochina? Secondo l'Agenzia Italiana del Farmaco, l'uso terapeutico di idrossiclorochina è raccomandato solamente nell'ambito di studi clinici. Però i dati sul virus sono molto deboli e il farmaco, soprattutto per gli anziani, può creare problemi cardiaci seri, come aritmie.
- Come mai in alcuni casi si utilizza l'eparina? Dalle autopsie di deceduti con Covid-19 si è visto che in alcuni casi si verifica una tromboembolia diffusa, sia a carico dei vasi dei polmoni che di quelli del cuore. Si guarda al possibile trattamento con farmaci ad azione anticoagulante, e forse anche anti-infiammatoria, come le eparine.
- Cosa c'entra con Covid-19 l'artrite reumatoide? Con i farmaci per l'artrite reumatoide l'obiettivo non è attaccare il virus, ma limitare l'eccessiva reazione immunitaria che può accompagnare l'infezione. Si stanno valutando tocilizumab e altri farmaci simili, che abbattono l'eventuale "tempesta" immunologica.
- Perché si guarda ai farmaci per i tumori alla prostata? Alcuni farmaci agiscono su una particolare proteina, Tmprss2. È un enzima presente nel corpo umano, utilizzato dal virus per accedere alle cellule e quindi replicarsi. È controllato dal testosterone, ormone maschile. Si studiano anche altri medicinali usati per malattie del pancreas.
- E il remdesivir, invece, come agisce? Sviluppato per la cura di Ebola, è uno dei pochi farmaci su cui sono stati effettuati esperimenti che hanno dimostrato efficacia diretta sui coronavirus in laboratorio. È stato valutato sul virus della Mers e, nelle prime sperimentazioni su Sars-Cov2, ha offerto risultati interessanti, ma non definitivi.
- Cosa c'entra con Covid-19 l'artrite reumatoide? Si sta sperimentando l'uso del plasma di guariti che punta ad offrire, nei pazienti più gravi, "soldati" specializzati contro il virus Sars-Cov2, ovvero gli anticorpi neutralizzanti specifici che possono essere selezionati nel sangue di chi ha contratto l'infezione e l'ha superata.
- Arriverà prima una cura oppure il vaccino? Il futuro a breve termine probabilmente passerà attraverso farmaci specifici, disegnati per questo virus e per i suo meccanismi di replicazione. Si spera di avere qualcosa in qualche mese, visti i numerosi gruppi di ricerca impegnati. Per il vaccino e la prevenzione ci vorrà più tempo.
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