Come dare slancio alle imprese del Tagliamento e del Sile: le tre linee di intervento sul territorio

La classifica delle aziende Best Performer e l’evento del Gruppo Nem alla Lef: i punti di forza del territorio e i fronti aperti. Qui per registrarsi

Edoardo Anese
Un’immagine della Torre Raimonda, a San Vito
Un’immagine della Torre Raimonda, a San Vito

Manca sempre meno a Best Performer, il progetto che il gruppo Nord Est Multimedia, che pubblica anche il Messaggero Veneto, ha deciso di intraprendere con la collaborazione di ItalyPost. L’obiettivo è raccontare e dare voce alle cento imprese più grandi del territorio che si estende dal Tagliamento al Livenza, fino agli argini del Sile.

Oltre a San Vito ci sono Chions, Fiume Veneto, Sesto al Reghena, Prata di Pordenone, Azzano Decimo, Pasiano di Pordenone, Zoppola, San Martino al Tagliamento, Pravisdomini, Morsano al Tagliamento, Cordovado, Casarsa. 

 


Dalla pandemia alle guerre, passando per l’inflazione e la crisi del canale di Suez che ha fatto schizzare alle stelle il costo dei trasporti per l’import e l’export. Uno stormo di cigni neri contro cui anche le aziende dal Tagliamento al Sile, improvvisamente, si sono trovare a fare i conti. Nonostante il contesto di incertezze che si è creato, la struttura diversificata e la varietà del tessuto industriale ha permesso di scongiurare crisi sistemiche.

È questo il quadro in cui si stanno muovendo le imprese Best Performer del territorio fra il Tagliamento e il Sile, al centro dell’evento organizzato per martedì alla Lef dal Gruppo Nord Est Multimedia, che pubblica il Messaggero Veneto e altri cinque quotidiani del Nord Est, e da ItalyPost.

Un sistema, quello delle imprese dell’area, costituito da una solida componente metalmeccanica, da un distretto del legno e arredo - con Treviso - uno dei più grandi del Paese, e dal comparto vetro. A trainare l’industria, nel ruolo di settore forte, ci pensa la metalmeccanica, considerando che legno e meccanotessile risentono ciclicamente delle difficoltà dovute alla stagionalità. Lo stesso vale per l’elettrodomestico che ha avuto un boom nel periodo post pandemico e oggi si trova in una fase di stallo.

L’incontro alla Lef, ecco il sito per iscriversi
La sede della Lef, fabbrica modello a San Vito al Tagliamento

Per superare l’incertezza Confindustria Alto Adriatico, la Camera di Commercio Pordenone-Udine e la Regione sono al lavoro per sviluppare il piano della manifattura per i prossimi dieci anni, che si fonda su tre pilastri. Considerando che il 90% delle imprese conta circa quindici dipendenti, il primo è rivolto alla valorizzazione delle filiere, per sostenere le aziende che prese singolarmente soffrirebbero di più. Il secondo e terzo pilastro riguardano rispettivamente lo sviluppo dell’industria 5. 0 e la messa a terra di una serie di azioni per attrarre e favorire la nascita di nuove imprese.

La sfida della managerializzazione

Un’altra sfida che le aziende del territorio sono chiamate ad affrontare è la transizione energetica. «Nonostante l’impegno di tutte le istituzioni – sottolinea il presidente di Confindustria A.A., Michelangelo Agrusti –, scontiamo gli enormi ritardi sul fronte degli allacciamenti».

Per il presidente non è possibile pensare di arrivare alla decarbonizzazione e fornire energia a basso costo solo con il fotovoltaico e l’idroelettrico: «Ritengo che si dovrebbe avviare un ragionamento serio e strutturato sul nucleare sfruttando le tecnologie esistenti». Altro nodo da sciogliere è la carenza di personale. Su questo fronte le istituzioni sono impegnate sul potenziamento dell’orientamento scolastico, cercando di spingere le iscrizioni alle facoltà Stem delle università e agli Its.

Un’altra sfida per le imprese è la managerializzazione. Il presente impone agli imprenditori di prima e seconda generazione di costruire un nuovo modello organizzativo, che non ruoti più intorno alla figura dell’imprenditore. «Concretamente – spiega il direttore generale del centro di formazione per le imprese Lef di San Vito, Marco Olivotto –, è necessario suddividere l’azienda in settori e, per ognuno, individuare un manager che li gestisca. Il ruolo dell’imprenditore dovrà essere di coordinamento e supervisione».

Il ruolo del credito

Olivotto sottolinea anche il ruolo che giocano gli istituti di credito. «A oggi – rileva – la disponibilità delle banche a supportare le imprese c’è, nonostante non manchino le difficoltà». L’attenzione delle imprese locali è rivolta anche all’inverno demografico in corso e alla difficoltà di trovare personale. «L’obiettivo è puntare ad aumentare le attività con il personale in servizio – conclude –. Su questo fronte le tecnologie, intelligenza artificiale compresa, potrebbero giocare un ruolo centrale, sostituendo l’uomo nello svolgimento delle attività a basso valore aggiunto. Per evitare che la tecnologia possa diventare un’arma a doppio taglio sarà necessario inserire in azienda figure in grado di gestirla al meglio».

Nel frattempo, si registra un calo della richiesta di credito da parte delle aziende. «Auspichiamo – rileva il direttore generale della Bcc Pordenonese e Monsile, Gianfranco Pilosio –, che l’attesa riduzione dei tassi da parte della Bce porti con sé la ripresa delle richieste. Dal punto di vista delle banche c’è particolare attenzione e maggiori incentivi per quanto riguarda gli investimenti in ambito Esg. Su questo, infatti, sono presenti linee di credito a tasso agevolato».

Come sottolinea Pilosio a oggi la presenza delle banca è fondamentale per supportare le imprese nella loro crescita. «Notiamo – conclude –, un incremento dei nostri clienti rispetto alle grandi banche di carattere nazionale, con i quali si instaura un vero e proprio rapporto di fiducia, che gioca un ruolo fondamentale».

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