Come carabiniere venne catturato e deportato a Dachau dai nazisti, addio a uno degli ultimi testimoni dei lager

CAVASSO NUOVO. A 96 anni si è spento Donato Bonato, originario di Cavasso Nuovo, uno degli ultimi testimoni della deportazione e delle barbarie del campo di concentramento di Dachau, uno degli oltre 2 mila carabinieri catturati per rappresaglia dai nazisti e deportati, uno dei pochi tornati in patria. Era in servizio a Roma, quando il 25 luglio 1943 è stato deposto Mussolini, come pure l’8 settembre quando è stato annunciato l’armistizio dell’Italia.
L’appuntato dei carabinieri in quiescenza si è spento ieri a Casa Serena di Pordenone, dove era ospite da nove anni, dopo la morte della moglie Italia Basso.
«Donato non era solo un reduce, ma un sopravvissuto alla vita infernale del campo di Dachau, uno dei pochi superstiti anche delle rappresaglie dei tedeschi successive all’armistizio dell’8 settembre 1943, quando si presentarono in caserma a Roma in piena notte per catturare più militari possibile – raccontano i familiari –. Con altri carabinieri e il commilitone Aurelio Valle di Meduno, partecipò alla difesa di Roma, ma la notte del 10 settembre fu fatto prigioniero dai tedeschi, disarmato e messo agli arresti in caserma. Donato a oggi era forse l’unico superstite dei 2 mila carabinieri deportati nei lager dalle caserme di Roma, il 7 ottobre 1943, data che non ha mai dimenticato. Sopravvisse alla fucilazione, in seguito a un rastrellamento dei tedeschi in ritirata: colpito da diversi proiettili, si accasciò a terra, coperto da altri corpi di persone con lui messe al muro. Questo lo salvò dal colpo di grazia».
Era la prima settimana di maggio 1945. La guerra era finita. Ma non è mancato un drammatico imprevisto: a Belluno l’incontro con un convoglio di tedeschi, che, dopo la resa agli alleati e partigiani, era in ritirata e tornava in Germania. I tedeschi hanno sparato contro i 5 italiani, forse scambiati per partigiani, e Donato è rimasto gravemente ferito. Il colpo che avrebbe potuto ucciderlo è stato quello arrivato in corrispondenza del cuore, deviato e attutito, però, dal taccuino che teneva nel taschino della camicia.
Carabiniere esemplare, fiero e ligio al dovere, ha sempre tentato di nascondere, mitigare, dimenticare le brutte esperienze dicendo «il passato è passato». Ma il passato era scolpito dentro di sé. I funerali saranno celebrati alle 14.30 di giovedì a Cavasso Nuovo. Lascia la figlia Donatella, che l’ha sempre accudito, il genero, tre nipoti e due sorelle. —
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