Colpo di stato in Turchia, blindata la base Usa di Aviano

Controllata in modo discreto anche l’area esterna dell’aeroporto da sempre obiettivo sensibile

AVIANO. Aviano-Incirlik: c’è da sempre uno stretto legame tra la base aerea pordenonese e quella nell’Anatolia meridionale, in cui sono stati rischierati lo scorso anno alcuni F16 del 31° Fighter Wing per supportare le operazioni in Siria e Iraq mirate a indebolire l’Is.

Quanto sta accadendo nelle ultime ore è seguito nel Friuli occidentale con particolare attenzione.

È in corso una delicata partita tra Turchia e Stati Uniti dopo la sospensione dell’attività nella base militare statunitense a 110 chilometri dal confine con la Siria, in cui attualmente sono bloccate 1.500 persone, tra militari e dipendenti civili.

Il governo turco ha chiuso lo spazio aereo, ha vietato qualsiasi movimento in entrata e in uscita dall’aeroporto e ha interrotto la somministrazione di energia elettrica (garantita, in ogni caso, dai gruppi elettrogeni).

Funzionari americani sono al lavoro con la controparte turca per una ripresa delle attività in tempi stretti. La base anatolica è strategica in ambito Usa-Nato, al pari di quella avianese.

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Pur non essendo sede di reparti fissi dell’Air Force, come Aviano, Incirlik ospita testate nucleari, come segnalato ripetutamente da vari analisti militari: per questo motivo, in tempi recenti, è stata interessata da un costoso piano di potenziamento della sicurezza dei ricoveri sotterranei, al pari di quanto previsto nell’aeroporto pordenonese.

Non solo: nell’ambito della rotazione tra reparti a Incirlik sarebbe tuttora presente personale di collegamento proveniente da Aviano.

A Incirlik è scattato il livello di allerta Delta, il più elevato tra quelli previsti dagli americani per la protezione delle installazioni da attacchi terroristici. Ad Aviano sono state rafforzate le misure di sicurezza. “Blindato” l’interno e sorvegliata, più discretamente, l’area esterna della struttura aeroportuale, da sempre annoverata tra gli obiettivi sensibili dal punto di vista di potenziali raid.

Intensificati i controlli di polizia nei locali pubblici e nei luoghi di residenza dei militari statunitensi. Il pacchetto dei provvedimenti comprende anche stazioni, scuole, chiese, attività commerciali e luoghi di interesse turistico: previsti pure controlli mirati su strade e autostrade.

L’attività di monitoraggio, sempre in una logica di prevenzione, comprende gli ambienti potenzialmente collegati al radicalismo islamico.

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