Colpo di Stato fallito in Turchia, Regione Fvg e imprenditori temono l’instabilità

PORDENONE. Anche il mondo economico ha assistito con il fiato sospeso alle immagini che venerdì sera arrivavano dalla Turchia. In Friuli Venezia Giulia ci sono molte realtà produttive che operano con il Paese di Erdogan e tra queste anche la Pontarolo Engeneering: il suo presidente Valerio Pontarolo, già responsabile regionale dell’Ance e neoletto presidente del Polo tecnologico di Pordenone.
La sua azienda si occupa di costruzioni, in particolare nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per l’edilizia che per prima applica all’interno dei suoi cantieri. Una realtà che opera in diverse realtà estere e che conta due rappresentanti in Turchia. Sono due cittadini turchi - entrambi abitano a Istanbul - e si occupano della attività della Pontarolo in quel Paese.
Nelle ore del tentato golpe Pontarolo li ha contattati, preoccupato dalle notizie e dalle immagini che i media trasmettevano e gli hanno raccontato in diretta che cosa stava accadendo e il clima che si respirava in città. «In quelle ore - afferma Pontarolo - erano rinchiusi in casa. Vedevano elicotteri ed aerei che volano bassi sopra la città e mezzi militari che sfreccciavano lungo le strade».
Racconta che i due collaboratori erano spaventati, ma che non sapevano ancora se un colpo di Stato sarebbe stato un bene o un male visto che era vista con preoccupazione la deriva filoislamica del presidente Erdogan, con il rischio di passare da uno Stato laico a uno islamico.
Anche i due rappresentanti della Pontarolo avevano fatto incetta di provviste alimentari. «Non appena hanno avuto il sentore di quello che poteva succedere - prosegue l’imprenditore - sono usciti da casa per comprare cibo e acqua per affrontare qualsiasi evenienza. Erano molto spaventati e impauriti».
Una situazione che i due cittadini turchi hanno seguito con attenzione dal momento che in gioco c’era il futuro del Paese.
Ma quanto accaduto nella lunga notte turca e l’instabilità che potrebbe derivare non sembra preoccupare Pontarolo: «Non credo che quando successo possa in qualche modo interferire con la nostra attività. Io sono di natura ottimista. Più che l’instabilità che può derivare dal tentato golpe - conclude - mi preoccupa l’instabilità che vedo nella testa della gente e che non capisco affatto».
Sulla situazione e sui timori per il futuro dei rapporti economici si è espressa a Cividale, in occasione dell’incontro del Mittelfest dedicato all’Europa il presidente della Regione, Debora Serracchiani: «Abbiamo seguito con grande attenzione l’evoluzione del tentato colpo di Stato in Turchia e la situazione, per come si sta sviluppando, non dovrebbe portare dei cambiamenti a quelli che sono i rapporti economici, legati in particolare ai traffici con il porto di Trieste, che vedono protagonista la Regione con Ankara.
La preoccupazione - ha proseguito - per la tenuta della Turchia come Paese è stata per alcune ore molto alta, e noi l’abbiamo vissuta in modo particolare. Auspico che il ritorno all’ordine costituito avvenga in modo rapido e pacifico».
La presidente ritiene che «i carri armati nelle strade non sono una risposta ai problemi di nessun Paese, anzi è chiaro che rappresentano essi stessi un drammatico problema in più. Resta inteso che ogni sistema ha margini di miglioramento e di apertura democratica che vanno perseguiti».
Serracchiani è rimasta in contatto con l’Autorità portuale di Trieste «per avere conferma che non ci fossero contraccolpi diretti sull’attività dello scalo che, attraverso i suoi operatori, ha dei rapporti con la Turchia».
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