Civibank: utile da record e dividendo ai soci, tiene la raccolta

UDINE. Utile netto di 24,1 milioni, il dividendo di 0,30 euro per azione, un indice di solidità (Cet 1) tra i più alti al 13,9%, una copertura dei crediti deteriorati arrivata al 45,2%.
Civibank festeggia «il più bel bilancio della storia», nonostante il clima finanziario turbolento. Ma soprattutto la raccolta diretta, cioè i depositi dei clienti, tiene.
Si assesta a 2,5 miliardi di euro (-0,8% rispetto al 2014). E’ quest’ultimo infatti il termometro più importante per misurare la salute di una banca popolare, in un periodo in cui le due più grandi Popolari del Nordest (Veneto Banca e BpVi) sono nella bufera. Certo i conti 2015 beneficiano in maniera marcata della cessione della quota di partecipazione nell’Istituto centrale banche popolari italiane (Icbpi) che ha fruttato un introito di 96 milioni e una plusvalenza di 62.
Una contingenza non ripetibile che comunque ha permesso a Civibank di mettere ordine nei bilanci, di fare i compiti a casa. «Pochissime banche nel Nordest distribuiranno dividendi ai soci - osserva la presidente dell’istituto Michela Del Piero -, il rendimento del titolo sarà dell’1,53% annuo, come un Btp a 10 anni. Adesso abbiamo solo bisogno di fiducia da parte della clientela.
Noi abbiamo intrapreso un percorso di sviluppo equilibrato, con un’importante svalutazione del patrimonio immobiliare e con le altre rettifiche. Continuiamo a lavorare in modo dinamico, per il nostro territorio. Adesso non abbiamo più asset con svalutazioni in pancia, il 2016 sarà l’anno in cui potremo dedicarci alla redditività perchè non siamo più gravati da vecchie posizioni da sanare. Quindi resteremo autonomi, non servono alleanze per forza».
Il direttore generale Gianluca Benatti ha evidenziato come vi sarà attenzione ai costi, con una politica di contenimento delle spese del 6%, ma che non inciderà sui circa 600 dipendenti. «Prevediamo solamente 35 esodi incentivati - afferma - per i quali abbiamo accantonato una cifra. Ma comunque ci saranno delle assunzioni perchè vorremmo ringiovanire il personale».
Toccato anche il tema della vendita delle azioni, che di fatto, resta difficile: «ci vuole almeno un anno se non di più, ma abbiamo pacchetti piccoli, non sono state investite grandi cifre», hanno detto Del Piero e Benatti.
Infine la presidente ha ammesso che la vicenda delle Popolari venete «ha fatto passare messaggi non sempre corretti e ha innescato una sorta di paura generalizzata. Basti pensare che anche noi abbiamo intercettato poco i clienti in fuga da BpVi e Veneto Banca, meno di quello che ci aspettavamo. Ma il clima generale, attorno alle Popolari, non è buono. E per questo i nostri conti rivestono un significato ancora più importante. Siamo solidi e autonomi, non è poco».
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