Civibank, il notaio conferma: via libera alla causa contro l’ex Cda

UDINE. Ci sono voluti trenta giorni per l’ufficialità. Arrivata al fotofinish. Messa nero su bianco dal notaio Bruno Panella sul verbale inerente l’assemblea straordinaria dei soci riunita nell’ex chiesa di San Francesco il 30 aprile scorso: l’azione di responsabilità è passata.
Gli amministratori di Tabogan srl, la società responsabile della costruzione della nuova sede della banca, e i componenti del Consiglio di amministrazione nonché i sindaci in carica all’epoca dei cantieri saranno investiti da un’azione legale cui si prepara a dar corso, in ossequio alle determinazioni assembleari, il board guidato da Michela Del Piero.
La presidente ieri si è limitata a confermare il verdetto. «Ora in Consiglio andremo avanti», ha annunciato per nulla sorpresa dal verbale. «L’esito della votazione – ha aggiunto Del Piero – era stato per noi chiaro da subito».
Non invece per i destinatari dell’azione di responsabilità, a partire dallo storico presidente dell’istituto di credito cividalese, Lorenzo Pelizzo, che all’esito delle votazioni comunicato dalla banca aveva sollevato tutte le proprie perplessità.
L’azione di responsabilità a parer suo era da considerarsi infatti respinta in virtù dei tanti voti di astensione che dovevano entrare nel quorum e far cumulo con i contrari. Così non è stato.
Il verbale redatto dal notaio conferma la prima tesi. L’assemblea ha dato il via libera all’azione contro gli amministratori di Tabogan con circa 950 voti a favore e con 850 circa nel caso di Cda e sindaci. Su 2 mila votanti.
Stando a quanto si è potuto apprendere ieri, alla base del risultato validato dal notaio ci sarebbero precisi passaggi dello statuto riferiti al computo del quorum che nella fattispecie escluderebbero ai fini del suo calcolo i voti di astensione.
Ante riforma del diritto societario gli astenuti andavano contati. Oggi invece il dibattito è aperto. La riforma ha infatti apportato alcune modifiche intervenendo a specificare i casi di astensione per conflitto d’interessi aprendo contemporaneamente un dibattito di dottrina tutt’altro che concluso. Al punto che due banche popolari, come lo sono la Cividale e la Vicenza, chiamate a deliberare sulla stessa materia, hanno considerato gli astenuti in modo diametralmente opposto.
Se a Vicenza è stata proprio la grande mole di astensioni a respingere l’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici, a Cividale queste sono invece rimaste fuori dal perimetro del quorum, ciò in virtù di una diversa interpretazione della legge statutaria e in particolare – fanno sapere i vertici dell’istituto – di alcuni passaggi dello statuto.
L’azione è dunque deliberata e dà ora mandato al Cda di costituirsi in giudizio contro gli amministratori di Tabogan srl nonché contro i membri del Cda e del collegio sindacale dell’istituto in carica all’epoca della realizzazione della nuova sede della banca.
Chiamati in causa, i primi per presunte carenze di gestione, gli altri per omesso controllo sull’operato della srl. Il tutto per un danno stimato in circa 11,6 milioni di euro.
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