«Cimpello-Gemona autostrada inutile: alla regione serve un piano più ampio»

Legambiente sorpresa dai fondi per lo studio di fattibilità «Si ragioni con i partner d’oltralpe sui trasporti su rotaia»

Sono altre le priorità per il piano regionale dei trasporti: questa la posizione di Legambiente rispetto il collegamento autostradale Cimpello–Gemona, per il cui studio di fattibilità la Regione ha messo a disposizione 300 mila euro.

La posizione dell’associazione è netta. «Lo stanziamento di 300 mila euro per lo studio di fattibilità della Cimpello–Gemona genera sorpresa vista la conclamata inutilità dell’opera a fronte degli ingenti costi economici e ambientali che essa comporta – dicono gli attivisti –. Per gli ottimisti questo è visto come un modo per mettere finalmente fine all’ipotesi di realizzare il collegamento autostradale stante il numero e l’entità delle contraddizioni che emergeranno dallo studio. Sarà anche vero e forse a questo punto utile fare questo passo, ma fa specie che si investano risorse per fare studi di cui si conosce e capisce già tutto da anni, pare una stravaganza».

Secondo Legambiente, temi quali i volumi di traffico «che non ci sono, oppure le fantasiose ipotesi di traffico che si autogenera solo una volta costruita l’infrastruttura, l’assenza di valutazioni sull’incidenza sui flussi di traffico delle opere già autorizzate o in costruzione, degli enormi problemi che si dovrebbero far carico i territori per i quali un’infrastruttura realizzata per il traffico di transito è vista come una sciagura, senza parlare dei problemi finanziari che tali opere pongono per i quali si fa fatica a trovare qualcuno disposto a farsi carico». L’associazione sostiene che «la necessità di realizzare il collegamento nasconde anche i fallimenti, spesso annunciati, della Pedemontana veneta come della Brebemi in Lombardia o, per restare in regione, della A28 che non si carica di traffico nonostante sia gratuita, e mira a tirare avanti riproducendo uno schema che richiede sforzi e opere sempre ulteriori per mantenere la promessa di una supposta efficienza e il miraggio dell’equilibrio finanziario».

L’incarico «sta anche a dimostrare che ancora oggi non si investe sulle alternative da mettere in atto per ridurre il peso dei trasporti su gomma e promuovere soluzioni che sappiano incidere sul contenimento delle emissioni a contrasto dei cambiamenti climatici di cui il trasporto su strada è fra i maggiori responsabili». L’avvio dello studio, a giudizio degli attivisti, «certifica che ci troviamo ancora impegnati su progetti obsoleti, opere classiche da sì e no, e a fare battaglie di retroguardia su ipotesi progettuali che poco corrispondono a bisogni e strategie oggi inderogabili, che superano la dimensione regionale e che richiedono uno sforzo molto maggiore». Il piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità delle merci e della logistica «alla base di questa arretratezza» andrebbe «aggiornato e magari ridisegnato nella direzione di una migliore coerenza con gli scenari e le tendenze in atto per fare in modo che possa costituire una piattaforma di sviluppo della regione».

Autovie Venete, evidenzia l’associazione «potrebbe prepararsi a questo supposto aumento del trasporto merci su gomma iniziando a ragionare con partner d’oltralpe per avviare una società di logistica che porti container e autotreni su ferrovia sull’esempio dell’esperienza portata avanti sull’asse Monaco–Verona da Autobrennero con le ferrovie tedesche. Questo sì che sarebbe uno studio interessante e sarebbe importante poterlo metterlo in atto, stante anche il potenziale di infrastruttura rotabile a servizio della logistica e delle aree industriali attualmente largamente sottoutilizzato». Il presidente Cargnelutti aggiunge: «Necessita tradurre la visione di una regione che fa della riconversione ecologica l’aspetto strategico del suo futuro e che dovrebbe trovare una sua formulazione nella strategia regionale per lo sviluppo sostenibile. In tal senso Legambiente intende muoversi avviando rete di contatti con i diversi rappresentanti di interesse e i movimenti sociali». –

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