Ciabatte, canotte, jeans strappati sono vietati nei locali della scuola

SACILE. Vietati infradito, canotte, ciabatte, pantaloncini nell’Isis Sacile-Brugnera. Chi entra al Marchesini con i jeans pieni di strappi sarà fermato sulla soglia: studenti avvisati. «Norme in merito all’abbigliamento che deve essere consono all’ambiente scolastico – recita la circolare firmata dal dirigente Alessandro Basso –: non sono consentiti pantaloni corti, canottiere e ciabatte. Gli alunni che si presenteranno a scuola senza rispettare queste regole saranno trattenuti in atrio».
La scelta. «Nel regolamento d’istituto è decretato che gli alunni e anche tutto il personale della scuola devono indossare un abbigliamento consono all’ambiente scolastico che frequentano – ha confermato Basso –. È fatto divieto di usare pantaloncini, gonne corte, canottiere, calzature tipo sandali e comunque abiti e quant’altro non decorosi». È vietato tutto quello che rappresenta trascuratezza.
«Anche i cappellini sono proibiti a scuola – ha precisato il dirigente –. Ho combattuto per mesi per cercare di convincere uno studente che arrivava a scuola con il berretto». Lotta agli irriducibili. «I ragazzi devono capire che il senso del decoro è una regola nel mondo del lavoro – hanno confermato alcuni docenti nel Marchesini –. Negli stage di alternanza scuola-lavoro è meglio evitare il tacco 12, le minigonne, le ciabatte e le canotte». I leggins: vietati o no? «Al momento non sono un problema».
L’eleganza. «La scuola non è una spiaggia». La circolare che mette al bando canotte, bermuda, infradito e magliette scollate a studenti e studentesse è un elenco di no: i ragazzi sbuffano e si adeguano. Ultimi giorni di lezione con il “dress code” nello zainetto, così come si fa negli uffici pubblici e altrove, dove chi non riga dritto rischia sanzioni e lo stop alla carriera.
«Ribadiamo il concetto di eleganza – ha ricordato una docente di italiano nel Marchesini –: dal latino “eligere” che significa scegliere, quindi l’eleganza è la capacità di optare tra alternative di stile». Il primo a intervenire in materia era stato il dirigente emerito Sergio Chiarotto: aveva ripreso un candidato all’esame di Stato nel liceo Pujati, reo di indossare bermuda. Le sue regole per una civile convivenza sono intramontabili. A scuola il “nude look” dei tagli su jeans e magliette, mentre si cammina per i corridoi, non è elegante.
La tradizione. «A scuola bisogna avere comportamento e abbigliamento consoni al luogo – ha rilevato Basso –. È una questione di educazione e di rispetto». La rivoluzione studentesca contro il regolamento non c’è stata. «Gli studenti devono indossare un abbigliamento adatto all’ambiente educativo e curare l’igiene». L’articolo 2 comma 3 del regolamento dell’Isis Marchesini di Sacile risale al 2010, all’era dell’ex dirigente Francesco Fuschillo, che aveva aperto una crociata contro bermuda e “pinocchietti” tra i banchi. Il “dress code” si era imposto nel 2010 anche nella media Centro a Pordenone. Tutti in divisa a Sacile?
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