Chiussi, i sarti del Vate da Udine all’impresa di Fiume

UDINE Una parte della loro bottega-ufficio-negozio chic in piazza Matteotti custodisce lettere, documenti personali, ricordi tramandati da una generazione all’altra. Ma ora, nel 150.mo anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio, per la famiglia udinese Chiussi, simbolo della sartoria di altissimo livello, si apre la possibilità di dare nuovo corpo e sostanza a questo piccolo tesoro.
I Chiussi hanno avuto da poco il permesso di accedere nelle stanze “segrete” del Vittoriale. E di “indagare” direttamente su quella che per la loro dinastia è una certezza, ma che per gli archivi e i libri di storia ha bisogno di elementi in più.
Così, proprio in questi ultimi tempi, si sta riallacciando il filo che ha legato negli anni Venti Gabriele D’Annunzio alla famiglia friulana Chiussi, sarti in Udine dal 1868.
E proprio di filo ovviamente bisogna parlare in questo caso visto che il rapporto con il Vate era un rapporto basato soprattutto sui servizi di sartoria che la famiglia udinese prestava a D’Annunzio. Servizi non da poco sia per tipologia sia per quantità e qualità. Gabriele D’Annunzio, poeta, militare, politico, giornalista era anche chiamato lo “scrittore elegante”, dandy raffinato e attento rispetto a quanto indossava, fossero le amate divise militari, le sahariane o ancora le avvolgenti vestaglie. O semplicemente le tantissime camicie di mano sartoriale.
Come appunto quelle, da sempre celebri, dei Chiussi. Il tutto assieme alle giacche, ai pantaloni e a qualche cappotto. Nelle stanze-armadio del Vittoriale dove sono custoditi migliaia di vestiti appartenuti al Vate, Giorgio Chiussi, quinta generazione della celebre famiglia di sarti friulani, ha recentemente iniziato un viaggio proprio alla ricerca degli abiti di D’Annunzio realizzati in Friuli.
«Abbiamo ottenuto il permesso di accedere liberamente agli spazi privati del Vittoriale, quelli normalmente non aperti al pubblico - racconta Giorgio Chiussi -. Speriamo di poter trovare e fotografare buona parte della nostra produzione per D’Annunzio. Sarà un lavoro lungo, ma ci teniamo molto. Per certi aspetti non sarà facile, visto che il poeta normalmente toglieva l’etichetta della sartoria di produzione e apponeva ai vestiti una “sua” etichetta con una scritta in latino (“Gabriel Nuntius Vestiarius Fecit”). Ma noi sappiamo come riconoscere la nostra produzione. Certi punti di cucitura sono un po’ la nostra firma. E ci aiuteranno anche le stoffe».
E che stoffe! Sete, lini purissimi ma anche lane pesanti. L’eleganza e il gusto del poeta, sposati alla perfezione con la capacità tecnica di una sartoria come quella dei Chiussi, riuscivano a modellare sul corpo del Vate anche tessuti pesanti regalando una classe sepciale a questo suo particolare cliente e ai vestiti che indossava, fossero anche solo divise.
I primi contatti tra Gabriele D’Annunzio e la casa di produzione di vestiti e camicie per uomini Chiussi avvenne sicuramente a Venezia, prima degli anni Venti, dove per la sartoria friulana operavano alcuni rappresentanti. Al 1920 risale invece un lasciapassare autografo dello stesso D’Annunzio (intestato Luigi, figlio del capostipite Antonio), questo sì già nelle mani della famiglia Chiussi, con il permesso per entrare a Fiume. Un permesso necessario proprio per prendere le misure del Vate e confezionare poi alcuni dei celebri vestiti.
A qualche anno dopo invece risale un altro breve carteggio tra la ditta friulana e il poeta. Alla sartoria Chiussi non risultava saldato un conto di oltre 2mila e 700 lire (qualcosa come circa 3 mila euro di oggi), cifra però poi subito pagata senza andare oltre al primo sollecito. Anno dopo anno, punto dopo punto, le mani dei sarti Chiussi hanno espresso il meglio dell’eleganza maschile confezionando su misura sia abiti borghesi che divise militari, come quelle realizzate per parecchi ufficiali del Genova Cavalleria e custodite nel musei di Torino.
A quasi 100 anni dai primi vestiti cuciti per il poeta, oggi la sartoria Chiussi, che festeggia anch’essa l’ottimo traguardo dei 145 anni di attività (e il primato di essere l’unica sartoria che vestì D’Annunzio ancora in piena attività) si prepara a un altro importante appuntamento sulla scia del Vate. Chiussi infatti, in occasione del Salone del Libro di Torino, dedicato ampiamente a D’Annunzio, vestirà Giordano Bruno Guerri, giornalista, storico e scrittore. Ma soprattutto presidente della fondazione del Vittoriale.
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