Chiude l’ambulatorio dei medici di Rodeano Basso

Revocato il contratto con la proprietà. La minoranza ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale
RIVE D’ARCANO. I medici di medicina generale lasciano Rodeano Basso dopo 40 anni. È l’amara sorpresa riservata ai cittadini delle frazioni a sud del Comune di Rive d’Arcano che dal primo gennaio 2018, si vedranno costretti a recarsi nell’ambulatorio del capoluogo per visite e ricette.


I medici hanno infatti revocato il rapporto con la proprietà dandone comunicazione all’amministrazione comunale e al distretto sanitario di San Daniele. Grande preoccupazione per la chiusura degli ambulatori è espressa dal capogruppo di minoranza Romeo Chiavotti «per il fatto che la decisione penalizza metà dei cittadini del Comune. La comunicazione dei medici all’amministrazione comunale – annuncia – è datata 21 novembre. La convocazione di un consiglio comunale straordinario poteva essere una soluzione per affrontare il problema che affligge soprattutto le persone anziane».


Chiavotti auspica: «Un dialogo con l’amministrazione comunale vista la mancanza di comunicazione non solo nei confronti della minoranza, ma anche all’interno della stessa maggioranza se si considerano le dimissioni di ben tre consiglieri negli ultimi 15 mesi (tra cui Vanessa Flumiani, referente per le politiche socio-assistenziali) e le mancate convergenze di alcuni assessori rispetto alle scelte dell’amministrazione stessa».


Amarezza viene manifestata anche dall’ex sindaco Gabriele Contardo: «Dal gennaio 2013 i medici avevano occupato il nuovo poliambulatorio di Rodeano Basso sulla piazza del paese e articolato in base alle esigenze dei medici stessi. L’individuazione di questa struttura era il risultato di un lungo lavoro di concertazione che aveva coinvolto i medici, la proprietà e l’amministrazione comunale dal momento che il precedente ambulatorio, sempre in piazza Italia, non garantiva una continuità a lungo termine. Tutti gli sforzi profusi – conclude Contardo – sono andati ora in fumo e non ci resta che assistere a un grave impoverimento dell’assistenza primaria ai danni soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. Un fatto moralmente inaccettabile perché contrario al concetto di “servizio pubblico” ed evitabile».


È stata avviata una petizione popolare per chiedere all’azienda sanitaria e all’amministrazione il ripristino degli ambulatori.


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