Chiude la “La stampa Chic” una storia lunga 139 anni

La decisione di Giuliano Miani, ultimo erede della tipografia di via Gorghi «È un dolore enorme, ma il mercato è stato fagocitato dal digitale»
“La stampa Chic” di via Gorghi a fianco all’ex cinema Odeon, tipografica storica aperta dalla famiglia Miani nel 1879 e portata avanti dal 1969 da Giuliano Miani, domani chiude.


Il titolare per salutare i clienti e gli amici ha messo in vetrina una poesia di Pietro Zorutti: “O siari buteghe” il titolo “Furlans, siari buteghe: anchie chest an us hai servid, e mi hai quistad il pan. Intant cumò doi tant di clostri a l’uss, E mi ritiri come il cai tel scuss; Soi stuff e lambicad, E mi ocor di sta un poc in libertat”.


Giuliano Miani ha iniziato a fare il tipografo nel 1954. «Sono dispiaciuto – racconta –, ma non posso fare altrimenti. Non c’è mercato, “mangiato” dalla stampa digitale. Non c’è più la ricerca del bello, della carta e della stampa raffinata. La crisi è iniziata una decina di anni fa quando lo sviluppo della stampa digitale ha preso piede».


La tipografia “La Stampa Schic”, lo dice il nome stesso, era frequentata da una raffinata clientela che con Giuliano intratteneva rapporti di amicizia culturale. Infatti il negozio era diventato un punto di incontro per appassionati di carte geografiche antiche di cui Miani è un buon collezionista, insieme ad un’altra passione coltivata per tutta la vita anche per le motociclette, biciclette e boccali di vino antichi. Miani nei momenti liberi si dedica ad un’altra suo hobby: la pittura su tavola. Da sottolineare anche che da giovane negli i anni ’60/’70 era stato atleta di sollevamento pesi, categoria piuma, vincendo un titolo italiano e una Coppa Italia a squadre. Dopo 63 anni, dunque, Giuliano Miani chiude e la città perde un’attività di nicchia di alta specializzazione con stampa a rilievo, carta da lettere speciale, scrittura amanuense, stampa a caratteri mobili.


L’attività, come si diceva, era cominciata nel 1879 con Pietro Miani papà dell’architetto Cesare, seguita da suo fratello Emilio, padre di Felice – nonno di Giuliano e di Valeria – che continuarono l’attività di stampa. La prima sede si trovava in Riva Bartolini 7/5 dal 1912 poi in via Grazzano e dopo in immobili di proprietà in via della Roggia 89. Giuliano Miani è, quindi, l’ultimo discendente di questa dinastia di tipografi. Dalle vetrine della sua bottega artigiana vedeva il traffico delle vie Carducci, Gorghi e San Francesco, e nel retro conserva ancora oggi in tutta la sua bellezza l’attrezzatura, antica e quella moderna.


«Mi ven di vaì» dice con nostalgia Giuliano pensando alla vita trascorsa in mezzo al profumo degli inchiostri e della carta, ai caratteri di piombo e di legno, al rapporto umano e giornaliero con i clienti. «Mi mancherà tanto la quotidianità, quel profumo particolare di tipografia che ogni giorno mi rallegrava, il tipico rumore delle macchine. In questi ultimi anni ho recuperato, nelle librerie e nei mercatini, molti lavori stampati da Pietro, Emilio, Felice, Valeria e da me stesso».


Un altro pezzo di Udine, dunque, che se ne va insieme all’arte tipografica dei caratteri mobili, una tecnica destinata a sparire dopo 456 anni dall’invenzione di Johannes Gutemberg.


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