Un cervo a spasso per le strade di San Vito: «L’ho seguito, era gigantesco»

La testimonianza del giovane che in piena notte ha incrociato e filmato l’animale. Renato Monestier (Federcaccia): da noi sono presenze rare, scendono dalle alture per fame

Silvia Giacomini
Un fermo immagine del video con il cervo in strada a San Vito al Tagliamento
Un fermo immagine del video con il cervo in strada a San Vito al Tagliamento

A San Vito al Tagliamento sono arrivati pure i cervi. Un esemplare, il primo a essere immortalato, è stato avvistato in piena notte, in via Pordenone. «Era enorme», racconta Fabio Rattu, testimone dell’incontro ravvicinato con il maestoso animale.

Alle 5 del mattino, mentre tornava da una serata con un amico, ha avvistato il cervo, che passeggiava lungo la strada, in un tratto poco illuminato. «All’inizio ho visto soltanto un’ombra scura, e ho pensato fosse una persona. Poi ci siamo accorti che era un cervo. Gigantesco».

La passeggiata del cervo per le strade di San Vito al Tagliamento: il video

I due giovani, sorpresi e affascinati, l’hanno seguito lentamente, mentre l’animale avanzava nella notte. «Andava verso Favria. Se fosse arrivato alla rotonda, sarebbe stato pericoloso, perché è una strada trafficata, anche se a quell’ora in giro c’era poco movimento».

Il cervo ha invece deviato all’improvviso in una laterale, scomparendo nel buio. Non è la prima volta che quella zona è teatro di incontri con la fauna selvatica. Negli anni, i residenti hanno segnalato volpi, tassi, caprioli, lepri e persino cavalli. Ma un cervo, a San Vito, è una presenza rara. Secondo Silvano Monestier, di Federcaccia, avvistamenti simili stanno in realtà diventando sempre più frequenti. «Ci sono circa 150 caprioli nella riserva di San Vito, e secondo me sono molti di più. I cervi, invece, negli ultimi tempi stanno arrivando dalla montagna, seguendo il corso di Tagliamento e Meduna».

Come mai questi animali si stanno spingendo sempre più a valle? «L’abbandono della montagna da parte dell’uomo ha avuto conseguenze anche sulla fauna. Quando c’erano più attività agricole e pascoli puliti, gli animali trovavano cibo, ora sono invece costretti a spostarsi sempre più verso la pianura».

Un fenomeno che non riguarda soltanto cervi e caprioli, ma anche i cinghiali: «I cinghiali percorrono anche 40 km in una notte. Mangiano, si riposano e tornano in montagna. I cervi, invece, sono più lenti e spesso restano in zona, tra San Vito e Codroipo, nei boschi delle Torrate o tra le vigne».

Se da un lato il fascino di questi incontri è innegabile, dall’altro la presenza dei cervi non è priva di conseguenze. «Dove c’è un cervo, non c’è altra selvaggina. I caprioli, ad esempio, vengono scacciati. Inoltre, possono procurare danni all’ecosistema, perché si nutrono dei germogli delle piante e modificano l’ambiente circostante. Senza contare il rischio per la sicurezza stradale: un cervo può provocare incidenti gravi».

In caso di nuovi avvistamenti, gli esperti consigliano di contattare il direttore della Riserva di caccia di San Vito e presidente di Federcaccia, Renato Monestier. «Segnalare la loro presenza è importante, sia per la sicurezza delle persone sia per monitorarne la diffusione».

Chissà dove sarà ora il cervo. Forse nascosto tra gli alberi lungo il fiume, forse è già lontano, in un’altra città, un altro bosco, un’altra notte.

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