Cerva abbattuta, la donna ha avuto complici

La bracconiera nel Parco naturale delle Dolomiti ha regolare porto d’armi. Indagine avviata a Belluno

Emergono nuovi particolari sull’indagine, condotta dalla polizia provinciale, che ha permesso di individuare una donna sospettata di avere abbattuto un cervo in una zona vietata, ovvero all’interno del parco naturale delle Dolomiti friulane, nel comune di Erto e Casso.

L’abbattimento di una cerva adulta, del peso di circa un quintale, è avvenuto giovedì mattina, all’imbocco della Val Zemola, all’interno del perimetro del parco protetto, per mano di una donna, poco più che sessantenne, del posto, con una fucilata. La cacciatrice ha regolare porto d’armi e autorizzazione alla caccia, che, però, deve avvenire all’esterno dell’area protetta, nello specifico, nella riserva.

La polizia provinciale ha acquisito i rilievi compiuti con due gps in uso al Corpo forestale regionale, e pertanto certificati.

Da questi emerge che l’abbattimento è avvenuto dentro il parco e che l’ungulato, ormai privo di vita, è stato trascinato, dalla donna e da altre persone, verso l’esterno del parco per essere caricato in un’auto.

La polizia provinciale, giovedì mattina, stava eseguendo dei servizi appiedati di controllo in zona. Alle 9.45 gli agenti hanno udito uno sparo. Si sono diretti verso la zona dalla quale proveniva il colpo, incrociando la donna con altre persone.

La cacciatrice è stata segnalata alla procura di Belluno, competente per territorio, per violazione della legge 157/92, ovvero per l’ipotesi di reato di abbattimento di esemplare in zona protetta. (e.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto