Ceri “a sbafo”, il parroco: «Non è fede, ma un furto»

PORDENONE. Cari fedeli, è bello manifestare la fede accendendo una candela. Ma quando non la pagate, ricordatevi che non solo si tratta di fede vacillante, ma anche di un reato che si chiama furto. E dai una volta, e dai due e tre, quando la parrocchia fa i conti e non tornano, vuol dire che qualcuno fa il portoghese.
Non si tratta di episodi sporadici, ma di comportamenti che hanno assunto la tempistica della routine. Con relativo danno economico, perché la parrocchia, quei soldi, li deve stornare al fornitore delle candele.
Il fenomeno sta assumento dimensioni consistenti, tanto che il parroco, nel bollettino settimanale, ha dovuto pubblicare una nota. «Dispiace, ma la situazione non è bella».
La parrocchia coinvolta è quella del San Giorgio, il fenomeno si verifica soprattutto nella chiesa della Sacra Famiglia, in viale Cossetti.
«È buona cosa – scrive il parroco, don Roberto Laurita – accendere un lume davanti all’immagine di un santo: un gesto che esprime una preghiera, un’invocazione, una supplica. Negli ultimi tempi, tuttavia, accade che più di qualcuno accenda uno o più ceri ma... si dimentichi di mettere l’offerta. È quanto avviene, in modo particolare, alla chiesa della Sacra Famiglia. Vorremmo ricordare – chiude l’avviso – che in questi casi non si tratta più di un gesto di fede, ma di un furto».
Le parrocchie si approvvigionano di candele dai produttori, ai quali versano ovviamente il dovuto. I ceri vengono messi a disposizione dei fedeli.
Se di piccole dimensioni di norma costano 50 centesimi, di medie-gradi dimensioni, da uno a due euro. In alcune chiese il prezzo viene esposto, in altre ci si affida a una offerta.
Nella chiesa della Sacra Famiglia i portacandele espongono il prezzo dei ceri, 1,50 euro: «Si tratta di ceri devozionali – spiega il parroco del San Giorgio, sotto la cui giurisdizione ricade anche la chiesa di viale Cossetti, in pieno centro – che recano immagini dei santi, come San Pio o Santa Rita, e della Madonna. Accendere un cero è un bel gesto devozionale e di fede, ma è bene versare anche il dovuto».
Il parroco spiega perché ha invitato i fedeli a riflettere sul tema: «Succede, e succede soprattutto negli ultimi tempi, che si accendano le candele, ma non si metta la relativa offerta. Ce ne siamo accorti facendo i conti, che non tornano». Soprattutto nella chiesa della Sacra Famiglia, dove sono a disposizione i ceri devozionali, ovvero quelli con immagine, che costano (1,50 euro) più di quelli semplici (0,50).
Va bene chiedere una grazie o rivolgere una preghiera alla santa dei casi impossibili piuttosto che a san Pio, ma bene sarebbe mettere il soldino nella cassetta, visto che quelle candele, la parrocchia, le deve comunque pagare all’azienda che le fornisce. Ecco perché si tratta di furto, che poi non è un peccato così leggero, (anche) per chi crede.
«Speriamo che, avendo sensibilizzato le persone – conclude il parroco di San Giorgio – questo fenomeno abbia a cessare».
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